Secondo una nota versione la parola pelasgo (pellazg) deriva dalla parola plasin e pelago. Il mitropolita bizantino Evstathio chiama gli abitanti dell’Asia minore pelasgi e riconduce l’etimologia del nome pelasgo a pelas jis che vuol dire terra vicina, riferendosi per l’appunto all’Asia Minore. Se questa versione fosse corretta, ci si potrebbe domandare perché Evstathio ritiene che la terra vicina sia l’Asia Minore e non l’Italia o, ancora meglio, l’Illiria?

Il geografo e storico dell’antica Grecia, Strabone, collega l’etimologia della parola pelasgo a pelarg, un secondo appellativo che gli ateniesi riferivano ai pelasgi.

Myler spiega l’etimologia della parola in questione attraverso le parole pelin e argo. Quest’ultimo termine è pelasgico e vuol dire campo, invece l’espressione pelin argo ha il significato di colui che vive nei campi. Omero chiama la Tessaglia argo pelasgica che vuol dire campo pelasgico. In Grecia esiste, tra gli altri, il campo (argo) della Thesprotia e del Peloponneso. La lingua albanese conserva ancora la radice della parola argo (ar) e la usa nella parola arë che significa campo coltivato.

Il professore Saqelariu afferma che l’etimologia della parola che stiamo prendendo in esame deriva dalle radici indoeuropee Bhel (sbocciare) e Osqho (ramo). Secondo questa versione, resa nota per la prima volta nell’anno 1958, cambiando soltanto qualche lettera si arriverebbe alla conclusione che pelasgo significa ramo sbocciato o germogliato. Aristidh Kola non vede nessun nesso fra il ramo germogliato e il nome pelasgo.

Qual è la versione etimologicamente più esatta?

Kola crede che la spiegazione che danno gli studiosi Strabone e Myler sia la più esatta, perché esamina sia la parte linguistica sia quella semantica del termine. Strabone e Myler condividono l’opinione degli antichi ateniesi: i due infatti riconducono l’etimologia della parola pelasgo a pelargo che in albanese vuol dire cicogna (lejlek). La parola pelarg deriva dall’espressione pelin argo che, come abbiamo già detto, ha il significato di colui che vive nei campi perché è noto quanto le cicogne gradiscano vivere nei campi.

Inoltre le cicogne costituiscono una similitudine perfettamente adeguata al popolo pelasgico. Analizziamo per esempio la questione della migrazione: Aristofane in una sua commedia dice che i pelasgi migrano come le cicogne.

Un altro motivo per il quale il ricorso alla cicogna è molto utile per comprendere meglio il pelasgico è il rispetto mostrato ai genitori, che si traduce in sacrifici di vario genere. Ne “La storia degli animali” (2,9,13), Aristotele scrive che le cicogne giovani portano sulla schiena le cicogne anziane per aiutarle a migrare. Questo grande amore e rispetto verso i propri genitori era uno degli elementi fondamentali della società degli antichi pelasgi. Si tenga presente che nella Grecia antica esistevano delle leggi di tutela dei genitori anziani chiamate appunto le leggi della cicogna.

In conclusione, l’etimologia della parola pelasgo sarebbe direttamente riconducibile alle dalle parole pelin e argo dalle quali deriverebbe pelargo. Il fatto che gli antichi elleni chiamassero i pelasgi pelarg non fa altro che confermare la nostra teoria.

P.S. In questo blog è stata precedentemente discussa la questione relativa all’etimologia della parola pelasgo, partendo da un brano dello studioso Robert d’Angely

Brano liberamente tratto dal libro Arvanitasit dhe prejardhja e grekëve dell’autore Aristidh Kola

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