di Alberto Areddu

Interessarsi alla toponomastica sarda significa cercare di dare un significato a toponimi molto spesso muti. E' stato calcolato che tanto più ci si avvicina ai paesi delle aree centrali tanto più aumenti il numero dei toponimi (fino raggiungere il 30 % del globale in siti come Ovodda, Orune, Ollolai), che non sono interpretabili alla luce della comune filtraggio latino. Per interpretare correttamente un toponimo sono necessari due criteri: stabilire fin quanto possibile la sua esatta forma medievale (più indietro è praticamente impossibile andare), e sapere da altre ricerche che cosa caratterizza quel determinato territorio, così denominato. Ora se per i poleonimi (cioè i nomi di luogo degli abitati attestati dal Medioevo a oggi), i due criteri sono spesso applicabili, perché sorretti da sostanziose informazioni, talora forniteci anche da altri ricercatori linguisti, la stessa cosa non vale per i microtoponimi, che in virtù del suono esotico potrebbero ingannarci sulla loro genuina antichità, ed invece sortire recentemente per qualche deformazione popolare, anche se, va detto, in qualche caso potrebbe esser vero il contrario, e cioè essi potrebbero risultare persino più puri foneticamente degli stessi poleonimi, sopratutto quando si tratti di posti particolarmente isolati e non sottoposti a comuni frequentazioni. La chiave interpretativa quindi dovrebbe partire dalla rilevazione di cosa HA quel determinato territorio, al contrario finora ci si è limitati al puro suono e si son prese delle enormi cantonate nell'asserire, come ha fatto il Wolf (e qualche suo allievo catalano), l'origine non-indoeuropea della toponomastica barbaricina. In ragione di ciò, mi voglio occupare qui di alcuni microtoponimi che in ragione del loro territorio, si offrono a miei occhi come sicuramente indoeuropei e anzi decisamente interpretabili alla luce dell'illiricità originaria.

Nel territorio di Olzai era attestata una località denominata (forse la stessa che oggi risuona come Dronnoro) Drovènnero, come ci attesta lo studioso Fancello, il quale aggiunge che in essa vi era un tempo un bosco di lecci, poi andato distrutto. Orbene lasciando da parte il suffisso -ennero che ritorna frequentemente in molti toponimi sardi (e che ho analizzato nelle Origini albanesi della civiltà in sardegna), la radice drov- ci rimanda inevitabilmente alla parola illirica druva (oggi ancora parzialmente attestata nell'albanese nella forma druvar 'boscaiolo') che vuol dire 'bosco', che si ripresenta nelle lingue slave come drvo. Sappiamo dal Wagner che duri indica nei dialetti centrali 'il palo per appendere', e la voce dall'ie. *drus 'albero', come già vide lo studioso tedesco, non è staccabile dall'albanese druri 'palo, albero'.

Nel territorio di Nuoro è attestato il Monte Gurtei. Su di esso venne ritrovato un nuraghe; secondo il Pittau, che lo vede come toponimo sostratico, la parola ricorderebbe il latino curtis, i cui parenti indoeuropei indicano perlopiù 'piazza, orto, luogo chiuso': referenti ci sembra poco adatti a un luogo detto monte. Lo stesso Pittau e altri studiosi hanno poi osservato la frequenza di toponimi inizianti in gur- gurt- gurth- nel sardo; un altro Monte stavolta Curtei ce lo offre peraltro per il '5oo il Fara (che spesso stravolge le forme originarie) per il territorio di Bosa. Orbene osservo che in albanese una tipica radice d'origine illirica, è gur 'pietra'; da essa attraverso il formante indoeuropeo -*to otteniamo: i gurtë 'pietroso'. Si osservi che tale formante pare ripresentarsi in altri toponimi sardi: Bul-tei, Fur-tei. Si osservi altresì che nelle lingue indoeuropee il passaggio "pietra" > "monte" ha una certa frequenza e facilità. Per quanto riguarda l'uscita in -ei si può pensare o un antico locativo indoeuropeo in *-ei, oppure alla posposizione dell'articolo maschile i, come avemmo occasione di dire per sisaja "nera la", in pratica "pietroso il". Pertanto il toponimo, a me pare, indicava originariamente un monte pietroso.

toponimo M. GURTEI

Veniamo adesso ad Artilai. Con la denominazione di Arco di Artilai si indica un punto di passaggio, che collega e separa due zone impervie del Gennargentu di Desulo. La voce è certo sostratica, e richiama il nome di fiume trace di Artila, che è d'origine indoeuropea, derivando dalla radice *ar- 'connettere, adattare', da cui latino artus 'arto', greco arthros ecc. Ci sembra ovvio pensare che Artilai, probabile aggettivo originario, valesse all'incirca "il collegante, che fa da collegamento".

toponimo: ARCU ARTILAI

E adesso spostiamoci in Ogliastra, vero regno delle sopravvivenze illiriche in terra sarda. Qui nel territorio di Seulo, abbiamo un fiumiciattolo che finisce nel Flumendosa. Tale riu Berissai, che attraversa zone impervie ha come unica attrattiva turistica, un antico ponte romano, detto arcu de Berissai. Chi ha qualche competenza dell'albanese, subito ricollegherà tale nome al diffuso toponimo albanese e kossovaro di Berisha/Berishë/Berisa/Berisani, da cui poi l'onomastico Berisha.

Sali Berisha e Silvio Berlusconi

(Sali BERISHA è quello alto normale a sinistra)

L'esistenza di una antica località Beroia, in Illiria, di una Bèrisa in area microasiatica, e sull'Ellesponto di un etnico dei Berusioi, predispone a pensare che il toponimo albanese abbia precordi traco-illirici. Ma non è tutto: in albanese la parola ber-i indica 'l'arco', e come abbiamo detto il nostro fiume ogliastrino è tagliato dall' Arcu 'e Berissai ! Come non pensare che i Romani abbiano ricostruito l'arcata su una più antica di origine illirica, che si chiamava Berissa e quell'antico toponimo è divenuto poi idronimo?

Arcu 'e Berissai

Come si vogliano interpretare tali toponimi, resta che qualcuno per convincerci che stiamo sbagliando, dovrebbe usare le nostre stesse arti e cioè spiegarceli MOTIVATAMENTE in modo diverso; certo non tutto potrà esser facilmente spiegato con l'illirico, e l'albanese purtroppo non ha preservato tutte le tracce che vorremmo, ma questi sono punti snodali, da cui le menti aperte (di cui è ricca la Sardegna) dovrebbero ripartire, se vogliono interpretare correttamente il loro passato, senza esser costretti a devolvere tutto alla presunta saggezza dei baroni.

bibliografia utilizzata:

Alberto G. Areddu, Le origini albanesi della civiltà in Sardegna, Napoli 2007

Alberto G. Areddu, web.tiscali.it/sardoillirica/sardoillirica

Salvatore Dedola, Toponomastica sarda, Dolianova 2004

Fabio Fancello, Voci di un mondo remoto, Nuoro 2003

Massimo Pittau, I nomi di paesi... della Sardegna, Cagliari 1997

Heinz Jürgen Wolf, Toponomastica barbaricina, Nuoro 1998

Vladimir Zoto, Fjalor Emrash, Tirana 2005

L. Zgusta, Kleinasiatische Ortsnamen, Heidelberg 1984

36 Commenti

  1. Decisamente brillante come sempre, Alberto!... Vedrai che la fiction verrà svelata prima o poi, non ti preoccupare dei baroni, a loro fa solo scomodo la verità!... ;)E sappi che la pseudo-lingua proto/indoeuropea altro non è che una deviazione ben artichettata dai maniplatori, per distogliere dalla verità storica. Gli indizi di una lingua comune stanno emergendo alle menti aperte...presto si saprà cosa fecero i monaci del XV sec., il vaticano & co. con la storia e le lingue del mondo!...che visse in pace per migliaia di anni...Chi avrà mentito, lo scopriremo vedrai...
    Continua così, e vedrai che il tuo aiuto sarà monumentale!...a proposito mi piacerebbe proprio ordinare la tua opera pionieristica!... ciao-ciao.-

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  2. Mah, il commentatore anonimo di sopra, fingendo d'approvare in realtà sfotte. Cosa abbiano fatto i monaci del xv secolo non l'ho proprio capita, si fosse spiegato, almeno! I Baroni inteso come professori di lungo corso (anche dei semplici associati, se non dei ricercatori toh, in pectore sono dei baroni, se hanno comportamenti baronali) hanno a disdoro la ricerca ALTRUI comunque; nel mio piccolo ho trovato cose che legano la Sardegna antica al mondo traco-illirico. Cose piuttosto gravi per chi inscena mondi sovraumani alle antichità di sardegna.Non sono un genio, vorrei solamente che i Sardi sapessero delle cose che ho scritto e che non venisse bypassata l' informazione dalla tresca mafiosa che la controlla. E' chiedere troppo?

    a.areddu

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  3. Sono l'anonimo di sopra. Alberto, ha frainteso il mio messaggio. Io approvo pienamente la Sua mentalità aperta e, a mio avviso, l'inconfutabile evidenza delle Sue ricerche. Non fingo, glieLo assicuro. Poi, per quanto riguarda i paradossi del XV sec., un giorno, spero di contattarLa meglio tramite e-mail. Per ora, sarei interessato a leggere il Suo libro. A risentirLa.

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  4. Z.Alberto!
    Kërko disi më thellë ne detin e sotëm shumë të rëmujshëm gluhësor.
    E dimë shumë mirë që "gur-i" është GURI dhe është shumë E vjeter si fjalë dhe si material i përdorur për....Më e vjetër se gjuha greke e vjetër dh gjuha latine.Ashtu si NJI,NJO,NJA,NJë janë shumë më t'vjetra se UNO dhe ENA.Nii+o;+a>ë ku më e vjetra e tyre është Ni.Duke e parë vetëm në sitën e gjuhës shqipe,mund të kuptojmë sistemin e numërimit në gjuhën greke te vjetër dhe atë latine.Pse NJI është me i vjetër se dy pseudomëmat,kjo përbën enigmën e gjuhës të pështyrë qëllimisht nga PSUDOSHKENCA BASHKOHORE GJUHESORE.
    Z.Aberto,kërko të zbulosh pse GUR është pikërisht "GUR dhe jo PIETRA OSE PETRA."GURAS P(I)ETRAS",e zbërthyer prej meje,heq(hek) nga drejtimi kuptimor "Gurët e rënë(t'rëzuar,bie..(t)r..ash,..)".Gabimisht dikush perktheu "petras per "gur dhe kjo ngeli.Njesoj si I-ja me E-në qe edhe sot kanë probleme përkthimi.Gjuha latine përfundoi si gjuha e KLERIKëVE dhe e ARISTOKRACISë.Kuptohet BARONëT kanë pasur shumë ushtarë(sa fjalë e vjetër;vjen nga arma e përdorur:USHTë).Midis tyre dhe shumë shkrues të historisë gjithëdrejtimshme.
    E di që është shumë e vështirë,por ju i keni të tëra kërkesat,ku më e spikatura juaj është jo SUPER,por SIPëR'T'AL'ENTI JUAJ.
    Gjuha SHQIPE fillon me përcaktimin e toponimeve prej poleve,afër tij;me emrin e Danmarkes....e me radhë...Dikur këtë gjuhë e fliste pjesa më madhe e popullsisë europiane...JO VETEM NE,SHQIPTARET.Sic thjesht duket por vështirë kuptohet nga popujt tashmë të përcarë gjuhësisht,kjo nuk u pëlqen pasardhsëve të Baronëve dhe Baronëve të rinj.
    Atmir Ilias.

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  5. illirici e sardi hano tropo cose in comune,la vendetta,muratura di pietra (gure)tondo senza mallta,li trovi anche oggi in tutta albania e kosovo.

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  6. Caro Areddu
    ti confermo che a Olzai esisteva ed esiste il toponimo Drovennòro. Drovennòro è un rione del paese, verosimilmente il più antico, e qu abitavano, almeno nell'ottocento e nei primi 40 anni del novecento, i notabili del paese.
    Non entro in merito sulla tua etimologia ma ti assicuro che è altamente improbabile che a Drovennòro potesse esistere un bosco in quanto tutte le case del rione poggiano su granito affiorente in superficie usato anche per costruire in passato, l'intero rione. Oliviero Nioi

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    1. Leggo con molto ritardo tale commento. Ho solo riportato quanto dice Fancello nel suo saggio citato (a pag. 15) che dice che Drovennoro era un territorio ricco di alberi di leccio, poi andati distrutti.

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  7. Nzaikazi ka kadh galu gjndi kjie faladh shardanu antiku kjie fidh ne shardinna aderi tammas shu mejdeshu tammas kishtìdh i khesha grekishka shardana meme sà pridhà gjintash meme pustj: po anikru predhinjanu eshte unji pummora amerikana kue shu lumen vinnidh nka shardhanu antiku "predinju" sutoje "biazare". I Shardhanu antiku mutidh si kommo "arvareshu" ka shu fundaku tretu kue fidh falau eshte Arvarè sutoje Barbagia Tunkjagjetu nka Shardinna anka gjetà kjie lizidh kushtà thelà meme anka janà aveddà shopidanà unji gohena diamà anka shì bashkà, jana tamara eshte gjitianu me jà. Nka Sharninna me mikesha.

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  8. Nzaikazi ka kadh galu gjindi kjie faladh shardanu antiku kjie kishtidh ne Shardinna aderi anka tammas sha koha e mejdeshu tammas kishtìdh i khezha grekishka shardana meme pridhà sà gjintash meme ne koha e pustj: po anikru "predhinzanu" eshte unji pummora amerikana kue shu lumen vinnidh nka shardhanu antiku arvareshu "bredinju" sutoje "biazare". I Shardhanu antiku mutidh si kommo "arvareshu" ka shu fundaku tretu kue fìdh falau eshte Arvarè sutoje "Barbagia". Tunkjagjetu nka Shardinna anka gjetà kjie lizint kushtà thelà meme anka janà aveddà shopidanà me kjie kamà unji gohena antika kumona meme diamà anka shì bashkà ne koha vennerdeshema, jana tamara eshte gjitianu me jà. Nka Shardinna me mikesha. (Dashore "anomino" kistint faddeinà e kurrizì nd i shkruinju e i gohena arvaresha: caro anonimo c'erano degli errori da correggere nella scrittura della lingua barbaricina).

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  9. Ndeko eshte skruiu shu
    Himnu Avareshu (sha mushika eshte vetzi anka kushtu addej e shu himnu kumbularu shkopidhanu):

    Sha Phanela Kokina Dilli Barda.

    Shu Dillu kjie sher nd i kelu
    A ndramà sha phanela ta
    Ai eshte vinni i mereu tu
    Shiadh abreria a i mannja ta

    Hemmo nd i pelau hemmo nd i troka

    Shu Dillu kjie sher nd i kelu
    A ndramà sha phanela ta
    Ai eshte vinni i mereu tu
    Shiadh abreria a i mannja ta

    A nà tui thommir gjitianu ank’i shperonju janu

    Shu Dillu kjie sher nd i kelu
    A ndramà sha phanela ta
    Ai eshte vinni i mereu tu
    Shiadh abreria a i mannja ta

    Bovore

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  10. Ndeko eshte skruiu shu
    Himnu Arvareshu:

    Sha Phanela Kokina Dilli Barda.

    Shu Dillu kjie sher nd i kelu
    A ndramà sha phanela ta
    Ai eshte vinni i mereu tu
    Shiadh abreria a i mannja ta

    Hemmo nd i pelau hemmo nd i troka

    Shu Dillu kjie sher nd i kelu
    A ndramà sha phanela ta
    Ai eshte vinni i mereu tu
    Shiadh abreria a i mannja ta

    A nà tui thommir gjitianu ank’i shperonju janu

    Shu Dillu kjie sher nd i kelu
    A ndramà sha phanela ta
    Ai eshte vinni i mereu tu
    Shiadh abreria a i mannja ta

    Bovore

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  11. Ndeko eshte skruiu shu
    Himnu Arvareshu:

    Sha Phanela Kokina Dilli Barda.

    Shu Dillu kjie sher nd i kelu
    A ndramà sha phanela ta
    Ai eshte vinni i mereu tu
    Shiadh abreria a i mannja ta

    Hemmo nd i pelau hemmo nd i troka

    Shu Dillu kjie sher nd i kelu
    A ndramà sha phanela ta

    A nà tui thommir gjitianu ank’i shperonju janu

    Shu Dillu kjie sher nd i kelu
    A ndramà sha phanela ta

    Bovore

    P.S. Queste sono le parole che possono essere musicate con l'inno nazionale albanese. Si tratta dell'inno al sole illirico dei sardi e degli albanesi scritto in "arvareshu" (barabricino antico) o protosardo illirico.

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  12. La lingua sarda che cerca Areddu si chiama "arvareshu" e prende il nome da "Arvarè" oggi Barbagia ed è stata parlata correntemenet fino all'alto medioevo. E' una lingua oggi frammista alla struttura latina ma non per questo meno organizzata la sua origine è chiaramente neoillirica. Se si togliessero le parole latine dal sardo quelle che rimangono sono per l'80% illiriche e oggi le ritroviamo ancora nel tosco e nel ghego. Il progenitore del sardo è in comune con l'albanese. Il sardo si latinizzò con la chiesa latina dopo la dipartita traumatica della chiesa greca "Cresia Arrega Sarda" e del suo clero nel 1054 (Scisma d'Oriente). La chiesa greca tutelò s'"arvareshu" come oggi succede in Sud Italia con le diocesi greche di Lungro in Calabria e di Piana degli Albanesi in Sicilia. Comunque s'arvareshu è una realtà viva del Centro Sardegna è viene citato per frasi o parole frammisto a parole latine. E' strutturato sia morfologicamente che semanticamente anche se fino ad ora non vi sono pubblicazioni ma non tarderanno. Gli ultimi che lo parlavano di più s' "arvareshu" erano soprattutto dei fabbri in Barbagia questo testimonia la grandezza della tradizione della metallurgia nuragica. Da sardo posso dire che è proprio vero gli albanesi hanno un fratello separato nel mezzo del Mediterraneo ed è il popolo sardo. La separazione risale a 2500 anno e cioè alla battaglia navale di Aleria (564) quando i neogreci dorici sconfissero la flotta tirrena costituita dagli etruschi e dai sardi frantumando i retaggio confederale dei popoli del mare e diventando i dorici i padroni del emditerraneo. Infatti gli etruschi sono degli shardana (sardi) che si trasferirono in Toscana con la flotta nell'800 a.C. successivamenet alla pressione punica. I dorici nel V secolo a.C. avevano già espulso da buona parte della Grecia gli illirici spingendogli nell'Epiro. La cultura micenea a Creta e nel Peloponneso era illirica. Gli estruschi discendenti dei sardi ed anche loro illirici. Era forse quello dei popoli del mare il primo abbozzo di stato del mondo occidentale con una lingua comune della quale resta il sardo e l'albansese. Ma questo dovranno scriverlo gli storici.

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  13. Pochi sanno che una delegazione sarda si recò a Babilonia nel IV secolo a.C. per conferire con Alessandro Magno per perorare la causa dell'indipendenza dell'isola minacciata dalle potenze straniere: punici, greci e romani. La cosa ancora più curiosa è che non avevano bisogno di interpreti perchè Alessandro Magno era di madre illirica e parlava bene la lingua materna che era simile a quella dei sardi anche loro illirici.

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  14. Se oggi la religione cristiana è dominante nel mondo occidentale lo deve all'Editto di Milano dell'Imperatore Costantino il Grande. Fu la madre Sant'Elena a convincerlo a dare alla religione cristiana il ruolo che ha oggi. In Sardegna a due chilometri a Sud del paese di Dorgali (Provincia Nuoro) c'è una collina vulcanica a forma perfetta di cono coltivata a viti e olivi sulla sommità della quale c'è il monastero e la chiesa rovinosi di Sant'Elena. Apparteneva alla Chiesa Greca esistita fino al 1054 in Sardegna poi espulsa dall'isola con il suo clero dalla Chiesa Latina. In sardo si chiama Shant'Helene de Shkopidhana. Shkopidhana in "arvareshu" o protosardo vuol dire albanese. Infatti sant'Elena era illirica e in Sardegna onoravano la Santa illirica per eccellenza la madre della chiesa.

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  15. Di seguito è riportato il Padre Nostro in idioma "arvareshu".

    “Babbu Nostru” nd i antiku shardanu arvareshu (barbaricino):

    Babai Janu

    Shu Babai Mannu Janu kjies sher nd i kelu
    Ai shiadh shantau a shu lumen tu
    Ai shiadh anka vinnì i mereu tu
    Ai shiadh abreria e urdha ta
    Hemmo nd i kelu hemmo nd i troka
    A nà tui thommir gjitianu a sha beka jana
    A nà tui ndergje a shà detorà janà
    Si nà ndergjimà a shà detorià janà
    Tui a nà mohmos tommir a shà makadhà
    Ama tui lirar a nà nk’ikekina
    Amen Zes’i Zus(u).*

    * Si pronunciano le vocali paragogiche, il dittongo finale di parola nj si pronuncia nzu, la j può essere letta z come a Lodine, si fanno le liaisons come nel sardo moderno.

    (Padre nostro in sardo che non è esattamente la traduzione del precedente: Babu Nostru, Babu nostru chi istas in sos chelos, Santificadu siat su numen tuo, Benzat a nois su rennu tuo, Fata siat sa voluntade tua, Coment in su chelu gai in sa terra, Su pane nostru de onzi die dae nos oe, E perdona nos sos pecado nostros, E non nos dasses ruer in sa tentazione, Ma liberanos dae male. Amen).

    A breve verrà pubblicata una grammatica comparata di lingua "arvaresha" confrontata con l'albanse, ghego e tosco.
    A titolo esemplificativo si riporta uno scritto in italiano, in arvareshu (anche modernizzato con l'articolo shu al posto del più antico i)

    Esempio di indicazione (per la visita a una grotta):

    Komuna e Ujli me Thurkali
    (Cartagine Sulcos: Thurkali)

    Kujdahemmo

    Ie krompeta po shu shpeli e Vule Pelainu vetadh mesha shara itinty ne shtega kjie mbashtidh ank’i prazha e “Ilune”. Po prazhì bajzì e veshtì a shà katholà thankaà meme jno veshtizi a shà thangalà kaperiaà. I kuerru Tommeu Mashu jamadhemmo addej po jà gjità. Ai ji preshetadh apreshu e shpelaja kue kadh i hyjnia sha krea. Jno shkoilazi po prazhì ank’i shpeli petziunà ka kadh rrezilu. Tammas eshte sherinu jaishent kishtidhà shà krompetà.
    Falamindra !

    Modernizzato:

    Komuna e Ujli me Thurkali
    (Cartagine Sulcos: Thurkali)
    Kujdahemmo
    Sha krompeta po sh’ishpeli e shu ‘Ule Pelainu vetadh mesha shara itinty ne ishtega kjie imbashtidh ank’i prazha e “Ilune”. Po prazhì bajzì e veshtì shas katholas thankaas jno a shas thangalas kaperiaas. Shu kuerru Tommeu Mashu jamadhemmo addej po jà gjità. Ai ji preshetadh apreshu e shpelaja kue kadh sha hyjnia krea. Jno shkoilazi po prazhì ank’i shpeli petziunà ka kadh rrezilu. Tammas eshte sherinu jaishent kishtidhas shas krompetas.
    Falamindra !

    Comune di Ujli con Thurcali
    Attenzione
    La visita per la grotta del Bue Marino dura mezzora e si va dal sentiero che porta alla spiaggia di Cala Luna. Per cortesia vestite scarpe chiuse e non calzate sandali aperti. La guida Signor Masu si trova là per voi. Vi aspetta presso l’entrata principale della grotta. Non recatevi da soli nella grotta per via del pericolo. Non ci sono visite la notte.
    Grazie !

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  16. La Grammatica di protosardo illirico verrà prubblicata a breve dalla Casa Editrice Isola Editrice di Sassari il titolo è:

    Bovore Mele - Unij Dyn Teri Kanteri: Arvareshu Shardanu Grammatica Elementare e Vocaborario della Lingua Protosarda - Isola Editrice (Sassari).

    L'autore è di Dorgali, (NU) lo sbocco a mare della Barbagia (Arvarè nel Medioevo) interna, lo stesso paese dell'autore del libro citato da Areddu: Fabio Fancello - Voci di un mondo remoto - L'Ortobene. Ma la ricerca linguistica su questi argomenti è sicuramente molto lunga e una mano di aiuto dalla grande tradizione nazionale e culturale schipetara sarebbe veramente gradita. Se deve ringraziare Areddu che ha aperto uno squarcio di una storia oscura che inizia a manifestarsi "ca su populu sardu tenet su verteri atrempiu dae su mundu balcanicu".

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  17. Ave Maria in lingua arvaresa
    Ave Mari nd ie gohena arvaresha

    Ave Mari mbusa e kareshti
    Sher shantaa nter ià femerà
    shantaa ie pumora e ie branza ta: Zesu

    Shanta Mari nenna e Dja
    Retza po nà makadherà
    Tashi eshte ie shara e jana vatja

    Amen Zes'i Zus.

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  18. Immigrazione dei tirreni in Sardegna e Toscana

    Erodoto parla diffusamente dell'emigrazione dei tirreni dalla Tracia e dalla Frigia in Sardegna dapprima e in Toscana poi (VIII sec. d.C.). Ne parla nel capitolo I paragrafo 94. I frigi condividono la comune origine con i traci. In Tracia, In Dacia, in Frigia e in Illiria la lingua era strettamente connessa a quella illirica dalla quale ha tratto origine l'albanese. Gli etruschi e gli shardana nuragici condividono questa antica origine ecco perchè il protosardo ha radice illirica.

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  19. Anche nell'Atlante Storico Mondiale De Agostini (Edizione del 1994) a pagina 61 "immigrazioni e invasioni indieuropee" la provenienza degli etruschi e degli shardana (nuragici) viene fatta originare dall'area egee coste anatoliche e balcaniche.

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  20. Credo Cattolico in lingua arvaresha:
    Adhibishapo
    Adhibishapo nd unij petziparu Dija, Babai gijtepostemontyu, kriadhore è kelu meme è ì(e) troka, meme è gijtà shendà kije si sheyana meme unku si sheyana. Adhibishapo nd unijparu Tommeu, unijbatiu viz’è Dija, pariu è Babai par’è gijtà sekulà, Dija pej Dija, Dridhora pej Dridhora, bautiu, mos kriau, pej petzija shushtassja è Babai, po’ meshu è Ai gijtà shendà jashene shtetja kriaà, po’ nà purrà, meme po’ janu orruonju eshte pikau ank’i kelu, meme pò opora è i shpiridhu shantu eshte mpezau nd ì(e) branza è Virgijna Mari meme si eshte bautiu purru. Ai jaìdhi kyrkau nd i poshitu è Pontziu Pilau, vatidhi meme jaidhi vorrau. I è teri didhi eshte bavatjau, sikunde (i)à shkritjà, eshte akikau ank’i kelu, s’aperperinadha nd’ì(e) dadha è Babai. Meme è arre kadh’anka vinnj nd’i lumene po’ gijukiae è (i)à kije niallana, meme (i)à vatjaà meme i meriu su unk’kadhe ank’kae fundu. Babai meme Vizu eshte adheriu meme lumenau, meme ai kà(dhe) falau po’ meshu è (i)à profetà. Adhibishapo ì(e) Kezha, unij, shanta, apostulika, Meshaposi unij petziparu batiu po’ ndiosonju è (i)à makadhà kap’hopes i bavatinju è (i)à vatja, è ì(e) nialla è ì(e) bota kije kadh’anka vinnj. Amen Zus.

    P.S. La parte tra parentesi non si legge.

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  21. Arvareshu - Arbarësht
    nd - ndë
    gijte - gjithë
    e gjita shenda - e gjithë sendëve
    i shpiridhu - i m. x..
    troka - toka
    shenda - send
    sheyana - shehënë
    dridhora - dridh-?, drit-?
    bautiu - bâ
    mos - mos
    pej - prej, 'pej'
    ai - ai, aji
    jashene - jëshënë, jishinë
    na - na, ne
    purrà, purru - burra, burrë
    janu - jânë, jonë, (t'ânë, t'ônë)
    orruonju - shëruonj «uoj-oj» shëronj
    eshte - është, ësht'
    pikau - pikua-?, (pika 'nga qielli'?)
    ank - nga?
    poshitu - poshët, posht
    vorrau - vôrrua, varruar..
    didhi - ditë?
    e dadha - e djatha-?, e djathëta
    arre - re, "së ríu"
    vinnj - vinj, vij
    lumene, lumenau - lumëní-?, lumënua-?, lum-
    niallana - ngjallëna-?, (shih shnd. niala«j-gj»ngjala)
    fundu - fund
    ka falau - ka fol-? fëlas-?
    ndiosonju - ndí-? *ndihësonj-?
    makadha - mëkatë (mpëkatë)
    vatja - vajtë-?, vajtjët-?, (të vajturit?)
    nialla - ngjalla, gjalla (arb. gjëlla)
    bota - bota, botë
    kadh'anka vinj - ka *nga vinj??, ka (të) vinj

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  22. Shume interesante kjo me lart. Ka shume fjale te bashkuara ne fakt dhe ka dicka aty midis etruskishtes dhe Shqipes. Interesante eshte gjithashtu qe disa mbares anojne me shume nga ruminshtja, ose latinishtja pa m- fundore, jo rrenja e fjaleve. Sa i vjeter eshte ky shkrim?
    Shkrimi mund te jete i ri ne fakt, por gjuha e perdorur ne te eshte shume e vjeter.

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  23. Thanks.
    Io penso che:

    Arvareshu - Arbarësht
    nd – ndë-të-to
    gijte – gjithë-giite-gjithe-all
    e gjita shenda - e gjithë sendëve- all things
    i shpiridhu - i m. x..=of the spirit
    troka – toka-ground
    shenda – send-thing
    sheyana – shehënë-shoh-see
    dridhora - dridh-?, drit-?-me u dridh nga frika-trembling
    bautiu – bâ- bubulloi-thundered
    mos - mos
    pej - prej, 'pej'
    ai - ai, aji
    jashene - jëshënë, jishinë-jeshëme, jeshënë, (tzam)-we were, they were
    na - na, ne-we
    purrà, purru - bërë- we were made
    janu - jânë, jonë, (t'ânë, t'ônë)
    orruonju - rroj-live
    eshte - është, ësht'
    pikau - pikua-?, (pika 'nga qielli'?)
    ank - ankth?, frike?-fear?
    poshitu - poshët, posht
    vorrau - vôrrua, varruar..-(adj)i varrosur?-buried?
    didhi - ditë?
    e dadha - e djatha-?, e djathëta
    arre - re, "së ríu"
    vinnj - vinj, vij
    lumene, lumenau - lumëní-?, lumënua-?, lum- Blessed as we, Beati come noi
    niallana - ngjallëna-?, (shih shnd. niala«j-gj»ngjala)- plural, we return to life
    fundu – fund-end
    ka falau - ka fol-? fëlas-?- ka fol-ka falur?- He has forgiven
    ndiosonju - ndí-? *ndihësonj-?-ndjej-kuptoj-degjoj-understand,feel
    makadha - mëkatë (mpëkatë)- ma ka dha, na ka dha-ha datto- he gave
    vatja - vetja?-himself?
    nialla - ngjalla, gjalla (arb. gjëlla)-singular, I return to life
    bota - bota, botë
    kah-nga-from
    kadh'anka vinj - ka dhan nga vija? -to give somthing arriving?

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  24. «Anonimo del 20 settembre 2011 00:38», basta che vada a controllare il Credo in Italiano per confrontare direttamente s'arvareshu e arbarëshë; intuisco che così sia stato fatto nell'interessante lista dell'«anonimo del 19 settembre 2011 01:06»...

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  25. Adhibishapo
    Adhibishapo tek unë bëri së pari dijen, baba i gjithë të poshtëmëne maleve, kreshtave dhe qiellit mëmë të tokës, mëmë e gjitha sendeve që ke dhe sheh dhe që nuk sheh. ..
    Atmir Ilias.

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  26. Burimi i panjohur i tekstit në internet prej biblës se shkruajtur në gjuhën Shqipe në shekullin e XIV, nuk është shumë i besuseshëm, perderisa sa nuk ka citim dhe evidence ku mund te verifikohet, po brëndia e copezes tekst të dhënë më bindi që kemi të bëjmë me një tekst origjinal. Personalisht nuk kam ansji informacion tjetër se kush e ka gjet i pari ketë libër, ku e ka gjet dhe kush tani e ka në pronësi të tij. Teksti i dhënë ne internet:

    Adhibishapo
    Adhibishapo nd unij petziparu Dija, Babai gijtepostemontyu, kriadhore è kelu meme è ì(e) troka, meme è gijtà shendà kije si sheyana meme unku si sheyana. Adhibishapo nd unijparu Tommeu, unijbatiu viz’è Dija, pariu è Babai par’è gijtà sekulà, Dija pej Dija, Dridhora pej Dridhora, bautiu, mos kriau, pej petzija shushtassja è Babai, po’ meshu è Ai gijtà shendà jashene shtetja kriaà, po’ nà purrà, meme po’ janu orruonju eshte pikau ank’i kelu, meme pò opora è i shpiridhu shantu eshte mpezau nd ì(e) branza è Virgijna Mari meme si eshte bautiu purru. Ai jaìdhi kyrkau nd i poshitu è Pontziu Pilau, vatidhi meme jaidhi vorrau. I è teri didhi eshte bavatjau, sikunde (i)à shkritjà, eshte akikau ank’i kelu, s’aperperinadha nd’ì(e) dadha è Babai. Meme è arre kadh’anka vinnj nd’i lumene po’ gijukiae è (i)à kije niallana, meme (i)à vatjaà meme i meriu su unk’kadhe ank’kae fundu. Babai meme Vizu eshte adheriu meme lumenau, meme ai kà(dhe) falau po’ meshu è (i)à profetà. Adhibishapo ì(e) Kezha, unij, shanta, apostulika, Meshaposi unij petziparu batiu po’ ndiosonju è (i)à makadhà kap’hopes i bavatinju è (i)à vatja, è ì(e) nialla è ì(e) bota kije kadh’anka vinnj. Amen Zus.

    Është shumë e qartë që është në gjuhën Shqipe. Bëra gjithë kthimin e saj në Shqipen e sotme, por po jap ketu vetën pjesën e fillimit, per arsye te mbrojtjes se drejtes se autorit:

    Adhibishapo
    Adhibishapo tek unë bëri së pari dijen, baba i gjithë të poshtëmëne maleve, kreshtave dhe qiellit mëmë të tokës, mëmë e gjitha sendeve që ke dhe sheh dhe që nuk sheh. ..

    Shënim: Është interesant që fjala “baba” që mendohet e ardhur nga Turqishtja, kjo nga disa gjuhëtarë që e kanë kuptuar përsëmbrapthi Shqipen, ekzistonte para ardhjes së Turqve në Ballkan.
    Atmir Ilias

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  27. Elton, a mundët me u lidh ndokush me këtë zotërinë të nderuar që na solli këto shkrime në 'Arvareshu'? ..Dhe ndë se mund të sjelli dhe të tjera!..

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  28. @anonimin ketu siper:
    I dashur, une nuk e njoh zoterine qe ka sjelle shkrimet Arvereshu. Shpresoj qe duke lexuar komentin tend te bej çmos qe te lidheni.
    Te fala.
    Elton.

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  29. Qualcuno sa l'indirizzo email del gentile sig. che ci ha fornito gli scritti in «Arvareshu»?

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  30. Esistit giai sa gramatica in limba arvaresa e su ditzionariu. Si carchi autoridade la cheret publicare lu podet faghere ischire pro mediu de custu blog, lassende un e mail, chie l'at fata non cheret balangiare nudda, custu si faghet petzi pro chi si fagat giustitzia a s'istoria antiga.

    C'è già la grammatica in lingua protosarda se qualche autorità la vuole pubblicare lo può far sapere per mezzo di questo blog, lasciando un'e mail, chi l'ha redatta non ci vuole guadagnare nulla, e questo si fa soltanto per far giustizia della storia antica.

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  31. Zoti Aredu, pasi lexova nje permbledhje te bere nga Znj. Brunilda , e cila me bindi plotesisht per dyshimin qe pate reth tij, eshte nje gjeni i gjuheise moderne. Ka arritur me mjeshtri te caje ne mjegullen dhe katrahuren gjuhesore evdince qe eshte, e ngjashme me nje beteje lufte me fjale te vrara dhe t'gjakosura shperndare gjithanesh, por mbi te gjitha te caje bindjen e gabuar te formuar reth origjinave gjuhesore Europiane.

    Eshte nje gjuhetar i ralle ne kohet e sotme, ku jo vetem eshte gjenialiteti, por edhe ndershmeria dhe pa anshmeria e jashtezakonshme.
    Ai po i ben nje nder popullit te Sardenjes, historise se vertete te tij si dhe indirekt popullit shqiptare, ky i fundit i ngelur fatkeqesisht nen mentalitetin e kulturave lindje-ortodokse qe kane zoteruar jo vetem popullin, por edhe te ashtuquajturit intelektuale shqiptare.

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  32. Ma la prima parte é in sardo,parlo solo l'albanese e italiano?! É più che interessante direi!!!

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  33. Stefano di Bisanzio, che maneggiò materiali di varia origine ed epoca, il quale è uno studioso fidato, riporta:
    "Sardos, oos Parthos, polis Illyrias, oi politai Sardēnoi"
    ["Sardos, come Parthos, città dell'Illiria, i suoi cittadini [si chiamano] Sardenoi"]
    (Stephani Byzantii "Ethnicorum quae supersunt", ed. Meineke I, 556);
    che agli atti è l'etnico più vicino foneticamente a quello dei Shardana.

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  34. Pune e shkelqyer, ju lumte.
    Eshte e vertete qe S.B. e permend dhe e barazon etimologjine e fjales Sardos = Parthos , por mua me duket se shardana ka kuptimin shar si malet e Sharrit ku forma i ngjason dhembeve te sharres.
    Duke pare dhe statujat e vogla te gjetura ne sardenje qe ngjajne si ufo ( insekte) sikur me ngjasojne me Hyjneshen ne fron te gjetur ne Kosove.Gjithsesi nje falenderim te vecante per Z.Alberto Areddu.

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  35. Ciao alberto,e ciao bovore,sono un Sardo molto interessato a questi studi,per passione personale.. Come potrei contattarvi? La mia mail è toresanna@hotmail.com non saprei come avere altri recapiti o contatti vostri. Grazie!

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