È opportuno citare una iscrizione venetica rinvenuta sui Colli Euganei, recante una spietata condanna alla decapitazione per alto tradimento.

Si tratta di una pietra quadrata con un bassorilievo raffigurante una biga con due cavalli rampanti, incitati alla corsa da due personaggi, uno presumibilmente incaricato di portare a compimento una spedizione punitiva contro un traditore, da quanto si rileva dalla severa sentenza che per tre lati incornicia il bassorilievo:

clip_image002

Pelasgo-Venetico

Albanese

Italiano




ATE

Ate

Colui che

XE

qe

era (godeva)

I FE

i fe

di fede

IKHNOI

idhnoi

afflisse

KROAN

Kryen:

il Capo:

MNIIOIE

mënjanoie,

isolalo,

KAPE

kape,

acchiappalo,

THERI

there,

decàpitalo,

SE

se

perché

KHO

e do.

lo vuole.

clip_image004

[…] Ora osserviamo due anfore che, con concetti tra loro affini, offrivano gioia e gratificazione agli umani mediante il loro contenuto costituito da vino.

Prendiamo in esame per prima un’anfora vinaria del IV secolo a.C. conservata nel Museo Vaticano e captiamo l’euforia trasmessaci attraverso “lo spirito” di quella bevanda che, come adesso, anche allora creava distensione e comunione tra i commensali:

clip_image006

clip_image008

Pelasgo-Etrusco

Albanese

Italiano




MIIA

Mija

La mia

RISA

risìa

gioventù

A KHS

ta kesh

tu abbia.

Questa massima potrebbe definire un brindisi dei nostri antenati, ai quali il vino dell’anfora trasferiva il proprio vigore facendoli sentire giovani.

Ora esaminiamo l’altra anfora vinaria, di epoca probabilmente anteriore, esposta nel Museo Nazionale di Chiusi:

clip_image010

clip_image012

Pelasgo-Etrusco

Albanese

Italiano




ARNO

Arno

Creatore

SE

del

ORE

ore

tempo

Tu, vino sei un creatore del tempo, e poiché ci fai vivere il tempo e lo rinnovi, tu meriti questo appellativo” questa potrebbe essere l’interpretazione del concetto espresso con quelle parole.

Però potrebbe rappresentare anche una dedica ad ARNO, che con il contenuto dell’anfora rende felici le persone.

Comunque sia, le anfore sono belle e i concetti autenticamente umani, concetti che allora come ora, per sempre, si ripeteranno sempre e per sempre.

Tratto dal libro L’etrusco lingua viva dell’autrice Nermin Vlora Falaschi

Link versione albanese: Gjurmë të gjuhës Pellazgo-Venete

2 Commenti

  1. E evidente l'asomiglianza con la lingua Albanese. Tanti studiosi lo affermano.

    RispondiElimina
  2. traduzione lapide : ALE TE'IVE IGNOI CA (CHE TI ARRIVI QUESTO NOSTRO ) RANMNJO IE CU PEO A RISEGO (PENSIERO SI AVVICINI A TE')

    RispondiElimina