È molto interessante la diffusione di parole riconducibili all’antica lingua albanese nelle lingue parlate dai Lama in India e in Tibet. In realtà il buddismo ci insegna come pronunciare vicino ad un uomo morto due parole, legate alla fortuna: “Hik” che ha lo stesso significato della parola albanese hik, cioè parti, e “Fet” che in albanese corrisponderebbe a shpejt, cioè presto.

Tali parole fanno parte di un rituale che i Lama gridano vicino al defunto per consentire che si apra un piccolo foro sulla testa del morto per la fuoriuscita dell’anima. Si dice che questo foro in testa si apra solo quando le due parole “magiche” vengono pronunciate.

Soltanto il Lama, in quanto maestro competente, ha il potere di pronunciare la parola “Hik” con l’intonazione e la forza mentale necessaria per portare a buon fine l’operazione. Quando si trova vicino ad un cadavere, pronuncia la parola “Fet” subito dopo aver pronunciato la parola “Hik”; tuttavia è necessaria la massima attenzione perché il rituale causa l’allontanamento dell’anima dal corpo e, di conseguenza, anche il Lama rischierebbe di morire se non pronunciasse correttamente le due parole. In realtà questo pericolo non esiste perché il Lama agisce in vece del morto e gli presta la sua voce in modo che a beneficiare dell’effetto di queste parole “magiche” sia solo il defunto.

L’obiettivo si raggiunge solo quando un filo di paglia posizionato sopra il capo nel posto dove dovrebbe trovarsi il foro resta dritto senza cadere per tutto il tempo che i Lama desiderano. Infatti, pronunciare correttamente la parola “Hik” provoca l’apertura di un foro quasi invisibile ed è proprio lì che si andrebbe a posizionare il filo di paglia.

Questa “astrazione” dell’anima del defunto si fa solo e soltanto pronunciando la parola “Hik” seguita da “Fet”. Prima di iniziare il rituale, il Lama si deve concentrare molto per fare in modo che l’anima risalga il corpo del defunto fino al cranio dove si crea il piccolo foro per l’uscita definitiva dell’anima. I Lama più esperti quando stanno per morire pronunciano da soli le parole “Hik” e “Fet”; in tal modo, potrebbero anche suicidarsi se solo lo volessero e si racconta che qualcuno lo faccia sul serio.

Brano liberamente tratto dal libro Enigma di Robert d’Angely

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