La fondazione del partito comunista albanese

Elton Varfi


La nascita del partito comunista albanese, avvenuta nel novembre del 1941, determinò una svolta epocale non soltanto per i gruppi comunisti disseminati nel territorio albanese, ma anche per la storia del paese nei successivi quarantacinque anni; una svolta dai tratti negativi.
Secondo la storiografia della dittatura, la fondazione del partito comunista albanese, ebbe un solo artefice Enver Hoxha, il quale interpretò un ruolo di primo piano nella costruzione di questo falso mito, per mezzo della stesura di un libro[1], scritto negli anni 75-76 del secolo scorso, in cui esprimeva, secondo il suo punto di vista, la versione dei fatti anche sulla base dei propri ricordi.


Enver Hoxha ( 1908-1985), dal 1943 fino alla sua morte leader dei comunisti albanesi. 


Enver Hoxha, che svolse il ruolo del “narratore onnisciente”, soleva descrivere i fatti di circostanza con aneddoti e particolari “succosi”. La sua invidiabile “memoria di ferro”, descrisse, con dovizia di particolari, la notte in cui si costituì il Partito, riuscendo ad attribuire ai protagonisti un determinato profilo psicologico, anche a distanza di trentacinque anni dai fatti succeduti. In questo contesto descrittivo e di attribuzione dei ruoli, vantava una facile vesti da conduttore, soprattutto in ragione del fatto che chi poteva contraddirlo, non era in condizioni di farlo. Enver Hoxha raccontò, evidenziando con particolare rilevanza, i fatti accaduti in successione nell’ambito della vicenda. Mise se stesso al centro di ciò che accadde interpretando, così, un ruolo da assoluto protagonista.Alla riunione parteciparono tre gruppi, “Korça” del quale faceva parte lo stesso Enver Hoxha, “Scutari” che vantava tra le sue fila nomi del calibro di Qemal Stafa e Vasil Shanto e il gruppo dei “giovani” nel quale, tra tanti, partecipavano Sadik Premtja e Anastas Lula riconosciuti, in seguito, come nemici; infine i due membri del partito comunista Jugoslavo Dushan Mugosha e Miladin Popović.



Qemal Stafa (1920-1942), membro fondatore del Partito Comunista Albanese e leader del Movimento Giovanile, venne assassinato il 5 Maggio 1942. 



Vasil Shanto, (1913-1944) detto Vasko, fu uno dei fondatori del Partito Comunista Albanese. Unitamente a Qemal Stafa, fu a capo del gruppo comunista di Scutari. 


In tutto erano quindici. Secondo la versione di Hoxha, il discorso di apertura lo tenne proprio lui. Sempre secondo Hoxha fu proprio lui a proporre “la fondazione del partito comunista albanese, in maniera solenne e unanime”, fortemente appoggiata da Qemal Stafa e Vasil Shanto e dagli emissari jugoslavi. Il gruppo dei “giovani” pur non essendo d’accordo, non riuscì a contrastare la fondazione del partito comunista albanese. Durante la riunione, i gruppi comunisti istituirono un comitato centrale provvisorio composto da sette membri: Enver Hoxha, Qemal Stafa, Ramadan Çitaku, Koçi Xoxe, Tuk Jakova, Kristo Themelko e Gjira Marko.
Ma come andarono veramente i fatti? 
L'8 novembre 1941 a Tirana fu fondato il partito comunista albanese che cambiò denominazione, nel 1948, in Partito del lavoro (Partia e Punës e Shqipërisë).



La casa dove venne fondato il partito comunista albanese.


La dirigenza politica jugoslava riuscì a far confluire in un vero e proprio partito i militanti comunisti albanesi, fino ad allora costituiti in vari gruppi. 
Tito spedì in Albania i suoi emissari, Dushan Mugosha e Miladin Popović, che svolsero un ruolo determinante in ordine alla fondazione del Partito Comunista Albanese. Popović era stato appena liberato dal carcere di Peqin, per opera di Vasil Shanto. In realtà il vero leader subito dopo la fondazione, fu proprio Miladin Popović. Quest’ultimo mise subito in atto l’epurazione dei elementi indesiderati del partito appena nato. Ad aprile 1942, in una casa che fungeva da base per i comunisti, si svolse la prima riunione di consulta del partito comunista albanese. Il tema principale era l’organizzazione della resistenza armata, l’altro tema era la scelta di un leader per il partito. Quattro candidati furono nominati con il ruolo di segretari: Qemal Stafa, Ymer Dishnica, Sadik Stavaleci e Enver Hoxha. L’elezione non fu mai effettuata.



Enver Hoxha e Miladin Popović. 


In seguito Ymer Dishnica avrebbe notato e testimoniato “un distaccamento strano fra Enver Hoxha e Qemal Stafa”. Solo due settimane dopo, il 5 maggio 1942, in circostanze mai chiarite, Qemal Stafa, il comunista più illuminato del gruppo di Scutari, sarebbe morto in uno scontro a fuoco contro i fascisti. 
I due jugoslavi organizzarono a Tirana il 28 e 29 giugno 1942 una conferenza straordinaria del partito comunista. I primi due epurati di alto rango furono proprio i leader del gruppo dei “giovani”, Sadik Premtja e Anastas Lula. 
Accusati da Popović come “frazionari” e sabotatori furono espulsi dal partito, ma considerati i loro servizi prestati per la causa comunista, furono “invitati” a lavorare ugualmente per il partito. 
I veri peccati dei due leader del gruppo “giovani” erano altri, subito dopo la fondazione del partito di dimostrarono contro la guida jugoslava. Non volevano che il partito comunista albanese “fosse solo la coda del partito comunista jugoslavo”. Miladin Popović non gliela perdonò. Nel frattempo, il partito comunista albanese era ancora senza un capo politico. 
Le sorti favorevoli per i russi, durante la battaglia di Stalingrado del febbraio 1943, spinse i due emissari jugoslavi, che controllavano il movimento comunista albanese, ad accelerare la scelta dei leader del partito e di conseguenza del paese. Il futuro dittatore Enver Hoxha era un giovane senza esperienza politica e organizzativa, tanto è vero che apparse come un mistero il fatto che riuscì a diventare il leader del partito. Egli stesso, la notte della fondazione, era presente alla riunione ma, secondo alcune testimonianze dirette, in veste di accompagnatore di Pilo Peristeri, che era membro del gruppo di Korça. 
Il suo ruolo subito dopo la fondazione ricopri la figura di “tesoriere”. 
Furono gli jugoslavi, che puntarono su di lui, perché lo usarono come strumento utile per perseguire gli obiettivi di partito. Per questo motivo, loro organizzarono dal 17 fino al 22 marzo 1943, una conferenza del partito comunista albanese a Labinot distretto di Elbasan. Da questa conferenza Enver Hoxha uscì come segretario generale del partito comunista albanese.



Foto del luogo dove si svolse la conferenza di Labinot 1943. 

Nel 1943 Miladin Popović, subito dopo la conferenza di Labinot, nella relazione che fece pervenire in Jugoslavia ai propri superiori scrisse a proposito di Hoxha: “Uomo abile di dirigere, è cresciuto rapidamente ed è il combattente più forte per la pulizia del partito, un buon organizzatore deciso, ma privo di teoria. La persona più popolare del partito, già membro del gruppo "Korça" quattro anni fa. “ 
Il partito comunista, sotto la guida di Enver Hoxha, avrebbe oppresso il popolo albanese per ben quarantacinque anni.



Enver Hoxha in visita nella casa dove venne fondato il partito comunista albanese. 
Novembre 1948


Dei quindici membri fondatori, solo quattro ebbero una vita tranquilla e senza persecuzioni. Enver Hoxha, Pilo Peristeri, Sadik Premtja il quale riuscì a sottrarsi a una condanna di morte stabilendosi a Parigi e Sinan Hasani che, ancor prima che la guerra finisse, si stabilì in Kossovo; tutti gli altri o morirono in guerra, o fucilati, oppure internati nelle località più sperdute del paese, controllati a vista patendo una vita pieno di stenti. 






[1] “Kur lindi Partia”, letteralmente tradotto, “Quando è nato il Partito”.

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