alessandro magno
La parola albanese “Gur” si ritrova nei testi biblici sin dai tempi più remoti, a partire da 29 secoli fa.
Foto: l'isola di Sazan, Valona Albania
Filologi e studiosi vari hanno dimostrato che nei testi più antichi dell’umanità puoi trovare briciole di parole di origine albanese. Sono state rinvenute alcune tabelle di bronzo risalenti a trentasette secoli fa[1] nelle quali si trovano anche nomi illiri che corrispondono antoponomicamente a nomi illiri come “Dasi” e “Gent”, ecc. Questi nomi illiri si ritrovano anche in tempi più recenti, però la loro etimologia è rimasta ignota. Nelle opere grandiose di Omero, soprattutto nell’Odissea (versi 500, 501, 507), si legge anche un’espressione come “Gyraien Petren”, che si traduce come “Gurin e gurte:” (la pietra di pietra). Nell’epopea di Omero si racconta che l’eroe Aiace d’Oileo[2] dopo la caduta di Troia, navigando per mare, giunse in un’isola chiamata Guras Petras. Poseidone, il dio dei mari, colpì con il tridente Aiace e una parte dell’isola sprofondò assieme al malaugurato navigatore. Secondo il filologo e patriarca Spiro Konda, il nome della suddetta isola era Gur, un nome che ebbe origine molto prima dei navigatori greci. In tempi più recenti, i navigatori greci hanno chiamato l’isola con il nome Guras Petras, facendo così una tautologia; così questo nome ellenico antichissimo contiene il nome illiro ancora più antico Gur, riconducibile ad un periodo storico anteriore rispetto alle epopee di Omero. Se accettiamo che Omero sia vissuto nel VII secolo a.C., allora dobbiamo dire che la parola Gur usata dai Pelasgi e dagli Illiri, e che è tutt’oggi in uso come una parola essenziale della lingua albanese, si documenta come la parola più antica della nostra lingua (albanese) in un monumento letterario grandioso dell’umanità come le opere di Omero. Anche in tempi più recenti altri autori, per esempio il grande poeta greco Archiloco, si ritrova la tautologia illiro-greca nella forma Gurai Petras. Nel 1920 negli scavi archeologici di Dodona è stata trovata una tabella di bronzo con il nome Guras, nome proprio di uomo. Questo nome illiro si trova come toponimo anche a Creta, Kylkade e Tessalia. Lo storico antico Arriano, nel suo libro su Alessandro Magno (4,23) dice che: durante la campagna in India “Alessandro Magno attraversò un paese chiamato Guraioi, nel quale si trovava un fiume avente lo stesso nome”. Leggendo con attenzione la sacra bibbia abbiamo trovato una testimonianza unica quasi due secoli più antica dei testi di Omero, nella quale si trova la parola illiro albanese Gur. La frase si trova nel secondo libro dei re (9,27). Là si racconta l’episodio di come Ieu fece una rivolta e uccise Acazia, diventando lui stesso il re della Giudea e di Israele. Ho consultato alcuni testi della Sacra Bibbia in albanese. Nella versione stampata a Brindisi nell’anno 1995 alla pagina 424 si legge “Dhe e gjuajtën (Akazian) në të përpjetën e Gurit që është afër Iblehamit“[3]. Nella versione della Sacra Bibbia stampata a Jongloed, nell’anno 1993, pagina 398, si legge “pranë vëndit ku rruga është drejt Gurit e kthen për në drejtim të Jiblamit”[4]. Nella versione della Sacra Bibbia in albanese pubblicata da « The Albanian Bible Society » a Firenze nel 1995, pagina 722, si legge : ”E gjuajtën në të përpjetën e Gurit që është afër Iblemit”[5]. È interessante leggere come il toponimo Ibleam si scriva in diversi modi Jiblam oppure Iblami, mentre, in tutti i suddetti casi, il toponimo del posto chiamato Gur non cambia. Per verificare ulteriormente il toponimo Gur ho controllato le traduzioni delle bibbie in greco e in latino. In tutti e due i casi questo toponino si trova nella forma Gur. Nella “Holy Bible”, nella “International version”, pubblicato dall”International Bible Society”, nell’anno 1984 alla pagina 267 il passaggio è “on the way up to Gur near Ibleam”. Ne “La Bible”, “Nouvelle edition revue” Parigi, (tradotto dall’originale ebraico e greco), alla pagina 440 si legge “à la montée de Gour près Yivleim”. È chiaro che in tutte le versioni della bibbia scritte nelle lingue più diffuse il toponino è Gur. Questa è la prova che la parola albanese Gur è stata tramandata come toponimo ed è rimasta ferma al secondo libro dei re scritto nel IX secolo a.C.. Leggendo la bellissima traduzione in albanese del vecchio testamento, fatta da Don Simon Filipaj pubblicato nel 1994, capolavoro filologico della lingua albanese, alla pagina 448, alla nota numero 27, di dà la spiegazione geografica del posto dove Ieu uccise Acazia. Così Ibleam oggi si chiama Tel Belame e si trova al sud di Jenin, quasi dieci chilometri a sud di Israele, nella strada verso Gerusalemme. Questo vuol dire che anche il posto che si chiama Gur non è molto lontano dalla città santa. Una ricerca fruttuosa potrebbe essere cercare di verificare se il toponimo Gur esiste ancora oppure è stato cambiato. Quello che è importante per noi albanesi è che la parola albanese Gur si documenti nei testi biblici di 2900 anni fa. Questa è la testimonianza più antica di una parola albanese che usata regolarmente oggi. Non è affatto una scoperta semplice e soprattutto non ci può essere alcuno scetticismo. Il mio amico Petro Zheji, nel suo libro“ Shqipja Dhe Sanskritishtja”[6], pubblicato nel 1996, tratta ampliamente della parola Gur e la definisce una delle parole più antiche dell’umanità, una parola che si ritrova in tante lingue del mondo, si trova in sanscrito nella forma Giri oppure in latino Gravis (pesante), in slavo Gora (montagna), Granica (confine), in tedesco Gral (pietra sacra) e in greco Aguridhe (uva acerba, dura come la pietra). Petro Zheji crea equazioni etimologiche che hanno come radice la parola Gur come nel nome di Gorgona (il cui sguardo trasforma tutto in pietra). Ha anche scoperto che la tomba di Timurlen in Sammarcanda si chiama “Gur-i-mirë” (pietra buona). Secondo Zheji, la parola Gur si ritrova a partire dalla vecchia e lontana India fino ai confini del nord d’Europa. È una parola utilizzata dai Pelasgi, l’hanno ereditata gli Illiri ed è una parola viva solo in un popolo del mondo: gli albanesi. Gur, parola monosillaba, fa parte delle prime parole dell’umanità.
È interessante che il capolavoro poetico del grande poeta romano Lucano (I secolo d.C.) “Pharsalia”, nel libro VI, dove si racconta la storica battaglia della città di Durazzo fra Cesare e Pompeo, possiamo leggere il nome di una grande roccia che oggi si chiama “shkembi i Kavajes” (la roccia di Kavaja). Lucano dice espressamente che “il taulant[7] la chiama Petra”. Infatti Petra è l’ellenizzazione del toponimo Gur. È talmente vero che nei documenti medievali si nomina la chiesa di Shën Kollit (Nikolles)[8] che più tardi nella lingua albanese ha dato il nome al paese “Shkallnur (Shën Kolli i gurit)[9]. Questo vuol dire che il fatto che il nome di questa roccia, che si trova a Sud della città di Durazzo, contenga la radice Gur significa che ha sopravvissuto negli anni indipendentemente dal fatto che i cronisti fossero latini o greci o che avessero utilizzato altre parole o altri nomi. Per questa grande roccia è stato tramandato il nome originario dei tempi più remoti. Anche il nome dell’isola di Saseno[10], vicino Valona, è legato al latino volgare “Saso” che vuol dire Gur. Questo significa che, anche nei tempi più remoti, l’isola è stata sempre chiamata Gur. Il fatto collega l’isola albanese con quel soggetto omerico di “Guras Petras” del quale abbiamo già parlato. In conclusione, la parola Gur è l’emblema linguistico più antico della lingua albanese.
È interessante che il capolavoro poetico del grande poeta romano Lucano (I secolo d.C.) “Pharsalia”, nel libro VI, dove si racconta la storica battaglia della città di Durazzo fra Cesare e Pompeo, possiamo leggere il nome di una grande roccia che oggi si chiama “shkembi i Kavajes” (la roccia di Kavaja). Lucano dice espressamente che “il taulant[7] la chiama Petra”. Infatti Petra è l’ellenizzazione del toponimo Gur. È talmente vero che nei documenti medievali si nomina la chiesa di Shën Kollit (Nikolles)[8] che più tardi nella lingua albanese ha dato il nome al paese “Shkallnur (Shën Kolli i gurit)[9]. Questo vuol dire che il fatto che il nome di questa roccia, che si trova a Sud della città di Durazzo, contenga la radice Gur significa che ha sopravvissuto negli anni indipendentemente dal fatto che i cronisti fossero latini o greci o che avessero utilizzato altre parole o altri nomi. Per questa grande roccia è stato tramandato il nome originario dei tempi più remoti. Anche il nome dell’isola di Saseno[10], vicino Valona, è legato al latino volgare “Saso” che vuol dire Gur. Questo significa che, anche nei tempi più remoti, l’isola è stata sempre chiamata Gur. Il fatto collega l’isola albanese con quel soggetto omerico di “Guras Petras” del quale abbiamo già parlato. In conclusione, la parola Gur è l’emblema linguistico più antico della lingua albanese.
Brano tratto dal libro “Mes Laokontit dhe Krishtit” dell’ autore Moikom Zeqo
Traduzione dall'albanese di Elton Varfi
Link versione albanese :Fjala shqipe “Gur” dokumentohet në tekstet biblike në një lashtësi marramëndëse, përpara 29 shekujve
Traduzione dall'albanese di Elton Varfi
Link versione albanese :Fjala shqipe “Gur” dokumentohet në tekstet biblike në një lashtësi marramëndëse, përpara 29 shekujve
1 Commenti
Io sempre ho pensato che isola di Corfu, e' isola che dice Omero , quello Guras Petras,dove Aiace acosto' . Questa per me e stata chiara a causa del nomr prelatino del Corfu , il quale era Kor Kyra, oppure Gurre Gurri . Ed da questa opinione , io penso ,che anche Aiace veniva dal nord di Korkyra , il che significa che Troia non li' dove pretende Shliman , ma nel nord-ovest d' Albania di oggi.
RispondiEliminaNon lo so perche intuitivamente me ne sono certo di questa cosa .
Forse mi sbaglio !