di Maria Tereza Pisani - Grottaferrata

Conoscevo poco l’Albania, scrive l’autrice di quest’artil'enigma della lingua albanesecolo: rappresentava per me una lontana terra sconosciuta, nonostante geograficamente si trovasse molto vicina al mio paese; nonostante avessimo, diversamente dagli altri paesi, una storia comune che ci legava da tutti i punti di vista storici. L’Albania, questo paese delle aquile; a circa due anni dai miei primi contatti con il giornale storico-culturale bilingue “Le Radici”, sento il bisogno di lavorare senza sosta per conoscerne più da vicino i luoghi. In alcuni studi intrapresi e nei miei scritti su questa terra e i suoi abitanti viene suggerita l’ipotesi che questo paese diventi in futuro un punto di riferimento internazionale per tutti gli studiosi, storici, linguisti, archeologi dediti al tentativo di scoprire gli enigmi e di colmare quei vuoti noti ormai a tutti sull’origine, la storia e l’evoluzione dell’umana civiltà. Proprio questa riflessione sul libro “Thot parlava albanese” dell’autore Giuseppe Catapano sarà d’incitamento e d’invito alla riflessione per ogni storico o studioso contemporaneo.

Giuseppe Catapano, di Frascineto, scrupoloso ricercatore delle primitive culture, s’inquadra nel vasto numero di glottologi, filologi, storici che hanno collaborato nella conoscenza dell'affascinante mistero dell'umanità. Egli dedica il suo libro “Thot parlava albanese” agli arbereshe dei cinquantacinque comuni albanofoni della Sicilia, delle Puglie, della Campania, del Molise, della Lucania, della Calabria, cui è legato da antica amicizia e da piacevoli ed intense rimembranze. Tali legami sono andati rafforzandosi durante il “Corso di Alta Cultura” in Rodi nel 1936, a cura della Società' Nazionale Dante Alighieri. In quella occasione egli ebbe modo, inoltre, di conoscere alte personalità del mondo scientifico e culturale. La visita ai grandi monumenti, come la Sfinge e le Piramidi, gli procurarono una profonda emozione, tale da ricondurlo al senso religioso, di cui anche Thot era investito, come messaggero di Luce e di Bene supremo, Dio. Thot è presentato come il creatore della scienza antica, cui attinsero i maggiori sapienti dell'umanità. Sulla base di lunghi studi il Catapano ipotizzò che Thot rappresentasse il trasmigratore della cultura illiro - albanese nel Medio - Oriente fino in Egitto. Il suo metodo di ricerca è basato sulla comparazione scientifica dei radicali di molte lingue antichissime come l'ESKUERA basca (E SKUERA in albanese = lingua del passato), l'albanese, l'hittita, l'ebraico, l'arabo, il copto (lingua liturgica dei Cristiani d'Egitto). La sua ricerca viene applicata ai più diversificati ambiti: filosofico, teosofico, storico, archeologico, etnologico, mitologico, matematico, chimico, fisico, naturalistico. Attraverso tali studi giunge al concetto di “borea” (suo etimo è bore, parola illirico – albanese), cioè: nevi delle altissime montagne, purezza di cuori, da cui in tempi assai remoti discesero i nostri antenati, occupando gradualmente tutte le regioni d'Europa e molte parti dell'Asia. In tal modo egli ribalta la tradizionale credenza, secondo la quale la civiltà nilotica derivi dall'incrocio fra la razza rossa e la nera e, successivamente, dalla fusione di quest’ultima con la bianca e la gialla. Secondo il Catapano, quindi, gli Ari appartengono a questa antica prosapia; il sostantivo che li nomina ha lo stesso etimo delle voci illirico - albanesi: Ar-i = oro; Are= la messe, l’orzo, il grano che significano: 1) il colore dei capelli biondi e della pelle color oro sfumato; 2) il biondeggiar delle messi, che simboleggiano. Il Bene viene inteso dal ricercatore calabrese come melodia del Cosmo, bene raggiunto attraverso un lavoro costante e faticoso, bene inteso come libertà, come liberazione dal male. Concetto che egli racchiude e spiega nella formula isoterica del teorema di Pitagora; secondo questo calcolo matematico, la potenza dell'uomo, potenza per vincere il Fato è la risultante delle due componenti al quadrato di potenza della Provvidenza + Fato. Ad esempio: AB e BC= lati dei cateti e AC = ipotenusa, quindi AB al quadrato + BC al quadrato = AC al quadrato. Thot è ritenuto il precursore dei profeti biblici, dei filosofi come Pitagora, Socrate e Platone, che studiavano e impartivano le proprie concezioni sulle origini e i destini terreni ed ultraterreni dell'uomo; l'uomo viene inteso inizialmente come oggetto cosmico per giungere in seguito all'uomo che aspira alle sfere trascendenti. Dunque Thot, illiro-albanese, avrebbe indicato le linee di lavoro fisico e metafisico alle varie Scuole dell'Ellade e di Atene, irradiatesi, poi, nelle nostre Calabrie. Thot, infatti, aveva insegnato le scienze nei templi e nei santuari d'Egitto, dove i Faraoni impersonavano la potenza divina e le sfingi la Sapienza del passato. Catapano definisce Thot come il messaggero divino e lo assimila a Maometto e ai vari profeti. A questo punto è d'uopo una riflessione: arduo è stato in passato ed ancor oggi è lo sforzo per la ricerca del Bene superiore. Certo è che per raggiungere la conoscenza del Trascendente, partendo dal mondo sensibile, è necessario sottoporsi a costante esercizio di perfezionamento del proprio stato psico-fisico e spirituale anche attraverso rinunce, se necessario. Tale concezione è diffusa tutt’oggi nelle religioni occidentali. “Per aspera ad astra”. Inoltre, l'intento di Giuseppe Catapano è quello di dimostrare quanto sopra accennato, e cioè: Thot Portatore della lingua parlata e poi scritta dell'albanese nei territori più occidentali dell'Anatolia e dell'Egitto. La conferma tangibile è stata il rinvenimento della “Pietra di Rosetta”, a Rashid, località situata in Egitto, a sinistra del fiume Nilo, nel 1799, durante i lavori di rinforzo lungo la linea di demarcazione tra i protettorati inglesi e quelli francesi. In relazione a questa vicenda, è opportuno riconoscere ad un grande generale francese, Napoleone Bonaparte, il merito di essersi circondato di validi archeologi e sapienti glottologi, come il capitano Bousard, e Champollion. Il Capitano Bousard notò che quella pietra nera di basalto riportava tre iscrizioni; intuì che si trattava di un testo unico: greco e ieratico, infatti, altro non erano se non la traduzione del testo originale geroglifico. In seguito Champollion si dedicò con accanimento allo studio dei tre ceppi linguistici. Intuì che la lingua egizia non poteva essere scomparsa definitivamente soprattutto nell'area linguistica araba, dove la cultura egizia aveva predominato per anni. Egli conosceva molte lingue europee e medio - orientali, studiò allora anche l'arabo, le lingue semitiche ed il copto, la lingua liturgica dei cristiani d'Egitto. Si rese conto anche che i geroglifici egiziani erano tre volte più numerosi dei segni greci; ribaltò cioè la credenza che ogni geroglifico rappresentasse un intero concetto, invece che una singola lettera. Intanto lo svedese Akerblad aveva riconosciuto nel testo demotico fra il geroglifico e il greco il nome di Cleopatra in uno di cartelli arabi della Pietra di Rosetta. Furono rinvenuti a File due piccoli obelischi che contenevano il nome di Tolomeo e dal loro raffronto apparve subito evidente che uno dei cartelli conteneva caratteri pressoché' identici a quelli della Pietra di Rosetta”. Fu questa la chiave del riconoscimento del valore nei geroglifici egizi delle equivalenze di significato tra l'egizio e l'albanese. Ad esempio, alcuni simboli egizi traducevano la parola “mire” (albanese), “mere” (copto), il cui significato è “Bene”, “voler bene”, “amare”, da cui: “dua mire” = “amo”. A, suono latino, “a”; A: lettera iniziale di “Ain”= in albanese “Aquila”. Altro esempio: GJ (suono albanese “gi”) = “seno”, “grembo”, “utero”, simbolo dell'organo femminile per la procreazione. “A” = “Padre”, principio primo; J= il “Verbo Creatore”; “N” = Jl = N = “Dio”. Dio per espansione d'amore fa passare dalla Potenza all'Atto. Ecco, dunque, apparire la stretta connessione tra i simboli egizi e i segni arberisht, che dimostrano il valore di Thot come trasmigratore dell'illiro-albanese in tutta l'area culturale medio - orientale e sud-occidentale. Il discorso del bene cosmico e individuale come armonia impostata sulla coerenza e sul sacrificio in un costante impegno personale è sempre una costante di Giuseppe Catapano, che egli trasferisce nella sua concezione dell'educazione dei giovani dei nostri tempi, della cui morale è attento osservatore. Egli individua in essi un malessere morale che a volte li trascina verso approdi lusinghieri consistenti in modelli comportamentali errati o addirittura immorali, e si allontana dal puro concetto di libertà, libertà intesa non come arbitrio, ma come liberazione dal male, concetto nel quale egli ribadisce la validità degli insegnamenti di Thot, messaggero del Bene, della Luce Divina. Tuttavia il suo precipuo intento è affermare con forza il valore di Thot quale trasmigratore della lingua albanese e della cultura di un popolo che rappresenta un’eredità della primordiale Atlantide, intento permeato del desiderio di riconoscimento dell'opera mediatrice di una razza che testimonia in modo efficace la sua identità attraverso la lingua parlata e scritta di Greci, Etruschi e Romani, e da cui deriva il suo orgoglio di essere arbëresh.

Fonte: il giornale storico-culturale bilingue “Le Radici”

7 Commenti

  1. Già...scientifica perchè non si inventa nulla e tratta solo di fatti...ma certamente abbondante di accomodamenti e "giochi enigmistici", questo va detto. Nonostante ciò, lo studioso merita elogi per come ha saputo rispondere scrupolosamente alle sue ipotesi - altrimenti immerse nella banale coincidenza speculativa - in un campo a dir poco deserto, in cui si vaga da soli alla ricerca di qualcuno, alla ricerca di informazioni...l'autore ha profetizzato molto lontano e solo in questo deserto!

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  2. Il copto: "mere" che non solo suona, ma che ha anche lo stesso significato dell'albanese "mire", sa di accomodamento - dato che il copto è una lingua totalmente estranea al gruppo i.e. (e infatti nemmeno l'autore osa ipotizzare - senza puntalizzare sulle visioni bibliche e/o accademiche) - e bisognerebbe comparare copto e albanese dettagliatamente per vedere semmai indici favorevoli. Tralasciando un presunto substrato albanese-arcaico di un ipotetico e ignoto idioma faraonico, non va trascurato piuttosto, un'influenza di quei popoli del mare che si stanzariano in terra egiziana - anche ai tempi di Ramsess II - e che a quanto pare, risultano, in modo ampiamente documentato, gente di matrice illirica. Probabilmente anche l'autore conosceva bene i P.d.M., quindi non è da escludere che possa aver detto accomodamenti, sicuro di un'influenza aria nell'egiziano antico.

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  3. Cercando altro dell'autore su Google, trovo anche un suo articolo curiosamente intitolato "Ramseti i madh ishte i gjakut tonë", che Google traduce "Ramseti il grande era del nostro sangue". Questo titolo, quindi, tralasciando lo splendore (e/o quant'altro) di eventuali nazionalismi, concorda con quello che scrivevo sopra.

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  4. Gjeniu Giuseppe Catapano eshte i vetmi gjuhetar i te gjitha koherave qe ka arritur te zbertheje 60% te enigmes se madhe te ndertimit kodik gjuhesor.Ai eshte gjeni sepse gjeti gjuhen ne te cilen shihen qarte gjurmet e Egjyptianeve te jashtezakonshem te lashtesise,gjuhen shqipe.Gjeniu eshte gjen-i sepse ai gjen se si eshte ndertuar ose duhet ndertuar nje dicka,qe te tjeret nuk mund ta gjejne,ose guess n'gjuhesn angleze.
    Sepse folja gjej,gjen.. ekziston akoma ne nje menyre qe sot vetem kjo gjuhe e ka,menyre deshirore."uroj ta gjesh....Gjesh???Guess???
    Gjesh dhe guess kane te njetin thelb kuptimor:Zbuloj.Zbuloj dhe 'gjej jane sinonime.
    Prandaj ekziston forma gjeniu dhe aspak nga:
    Etymology

    From Latin genius (“‘the guardian spirit of a person, spirit, inclination, wit, genius, literally 'inborn nature'’”) < gignere (“‘to beget, produce’”), OL. genere, the root gen; see genus.

    Ne lufte te eger me diktatoret e shkences se sotme zyrtare ai arriti te neutralizoje efektin e tyre te madh negativ per cdo kerkim te ri shkencor dhe te japi metoden me ane te se ciles do te arrihet te zbulohet se si te paret tane(te paret njerezore) ndertuan gjuhen e folur dhe te shkruar.
    Catapano eshte i vetmi gjuhetar i shekullit te fundit modern qe kupton gjuhet ne menyre te pamvarur nga politika dhe nacionalizmi,te cilat kane ndotur rende shkencen e gjuhesise ne tre shekujt e fundit.
    Bluza e tij e laboratorit kerkimor gjuhesor eshte e bardhe.Eshte i vetmi qe nuk ka asnjelloj paragjykim infektiv.Catapano do te vleresohet vetem ne te ardhmen kur zbulimi i tij do te plotesohet dhe do te marre vleren e gjetjes shkencore me te madhe gjuhesore te koherave.A ngriti me merite nje pjese te kesaj ndertese te re.Shkenca duhet te jete e tille.
    Mendoj se libri i tij duhet lexuar dhe rilexuar nga ata qe jane duke punuar ne kerkimn gjuhesor.

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  5. Elton! Aman na i merr ate artikullin e 1995s me titullin "Ramseti i madh ishte i gjakut tone"... eshte njeri nga artikullit të fundit te profesorit...i cili eshte publikuar tek gazeta "Rilindja demokratike. - Nr. 910, 21 mars, 1995, f.6 ". A me gjithmend i rralle dhe duet te jete kryeveper. Baje nje prove, shko tek zyrat e kesaj gazete dhe kerkoj nje printim i keti artikull dhe, nese ja dele me sukses, na i trego internetit se kush i ka materialet per Enigmën, më eksklusive e më të bukur e interesante. Pershendetje, Y.Fishta.

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  6. Se harrova te shkruaj Elton,ose te s(h)krruaj ne gur(krr-grr).Nuk do te doja t'skra(t)ç shume.Ca,disa(di+sa),some of(sam>sa+m),un po'di prej anonimeve ketu,nuk e kuptoj dot (dot??) pse jane gjithmone POTHUAJSE gati(gat???),te pergatitur(të paramarrë),ose pothuaj te paralexuar.Nuk e kuptojne qe nuk jane asgje me teper se nje klithme e shpëlare injorantesh e shkences idiotemadhe zyrtare.
    Te flasesh reth Catapanos duhet me parë te kesh njohur te pakten pese gjuhë.
    Si mund te flasin ca,ose disa,qe edhe ne italisht presin te jene te korigjuar nga Microsoft Word-i.Ketyre u duket sikur gjuhën Latine e kanë krijuar baballarët e tyre.
    Atmir Ilias.

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  7. Zefi nga Frashnita dhe vepra e tij për Thothin. Pse nuk lejohet, apo pse u ndalua botimi i këtij libri, pyët z.Aliu. Sipas historianët dhe matematicienet rusë Anatolij Fomenko dhe Gleb Nosovskiy "historia e treguar tek kronikat që na kanë ngelur deri më sot, fillon vetëm rreth shek. X a.C.", "ne nuk dimë asnjëgje për ngjarjët që kanë ndodhur para shek.X a.C.". Shpesh herë pyësin në mos "historia e lastësisë është zgjatur qellimish". Librat e këtyre studiuesve janë përbuzur ka më shumë se tridhjetë vjët në Rusi. Ata nuk flasin me hamendje, ata flasim me numëra, me shkence, më shumë se dikush tjetër. Për mendimin tim, Zefi nga Frashnita, i dashuruar pas shqipës tonë mund të këte supozuar disa pika korrektë kundër historiografisë konvencionale, ndonëse shumë i sigurtë për rrenat egjiptologjikë, ndonjeri "më lart" ndoshta nuhati diçka me vlerë, kontroverse, dhe kështu botuesit romanë e botuan vetëm për pak kohë rreth '84-es. Pra, nuk dimë gje pse gjuha jonë është ndaluar për më se 500vjët dhe pse "Greqia e Lashtë", siç thojnë autorët NewChronology, "deri në shek.XVI është e mbuluar nga errësira". Nuk i dihët, kjo puna e historisë ka fallsifikime jashtë mase, më shumë se ç'mendojmë!...

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