L’etnografia della Frigia, e la sua geografia fisica possono fornirci interessanti chiavi interpretative sull’evoluzione della lingua dei popoli che abitarono quella nazione. Le parole Frigio, Frigos (con la pronuncia aspirata della φ, fino a divenire w nella mutazione del termine Frigi in Vrighes) nella lingua albanese assumono il significato di soffiatore, da frin soffiare. Si allude, forse, all’uso del soffiare con i mantici nelle fornaci, essendo stati i primi i Frigj a lavorare i metalli col fuoco. A riconferma di quest’opinione occorre sapere che vi fu un un luogo detto Ophyr, ovvero Obrygio, quasi come il freco ό πύρ (o pir), cioè “il fuoco”, oppure Ophir, che in ebraico significa oro, volgarmente obrizo ophirizum: in quel luogo si era usi depurare l’oro dalle sabbie dei fiumi che nascevano dal Caucaso mediante il fuoco, all’interno di camini.

Si potrebbe individuare un’altra etimologia del termine Bryges, altro nome con il quale ci si riferiva ai popoli della Frigia, dalla loro calzatura: Breches, Bryges, Phryges=”portanti calza lunga”, dalla parola albanese brech (brek), calza, da cui i Celti chiamarono breeches i calzoni, come tuttora vengono chiamati dagl’Inglesi; broeches dai Bulgari e brog dai Cimbri.

Da questa stessa parola frigio-albanese venne detto βρίκισμα (vrikisma) un certo ballo frigio (tripudio), che si faceva nelle feste in onore di Bacco, caratterizzato dallo scuotimento delle brache, quasi si dicesse brechismata, dimenamento di brache: βρίκισματα (vrikismata), come spiega Esichio όρχησις φρυγιακή (ohrisis frigiaki), vale a dire un ballo frigio.

Dai Frigi, dai Celti, o dagli Albanesi derivò poi il termine latino braca; in Sicilia e quindi in Italia si diffusero successivamente le parole vrachi e brache.

Inoltre i Frigj Coribanti furono detti Haberi; come gli Iberi asiatici, furono così chiamati con riferimento alla parola bâri (erba), quasi erbacei, nome allusivo al loro stato di pastori nomadi. Anche l’origine Habôri, cioè nevosi, è verosimile, perché i loro monti del Caucaso e del Tauro sono sempre pieni di neve, detta borë in albanese: dal che derivò la denominazione agli Iperborei, ed ai Boriadi della Tracia, mentre in Macedonia ritroviamo la medesima etimologia per i nomi del monte Bora, del vento borea, e di un re chiamato Borisio.

Gli stessi Coribanti furono detti anche gureti da gur – pietra: abitanti tra le pietre o in luoghi pietrosi; oppure Cureti da cuar – mietere, facendo riferimento alla loro κυρά (kira), cioè tosatura, come a voler dire Cuareti.

Tratto dal libro Memoria sulla lingua albanese dell’autore Giuseppe Crispi

0 Commenti