Il 7 marzo si erge come una data di profonda risonanza nell'arazzo ricco della storia albanese, testimone di eventi che hanno plasmato il corso del suo destino. In questa giornata, due momenti significativi si intrecciano nel tessuto della storia albanese, ciascuno segnando un punto di svolta nella lotta per l'istruzione e l'indipendenza. Da un lato, l'apertura della prima scuola nazionale albanese, simbolo della rinascita culturale e dell'affermazione dell'identità albanese; dall'altro, l'arrivo di una figura regale europea, destinata a governare, seppur brevemente, sulle sorti di un paese in cerca di stabilità e riconoscimento. Questo post mira a esplorare e celebrare l'importanza di questi eventi, riflettendo sul loro impatto duraturo sull'Albania.


Mësonjëtorja e Korçës: L'Alba dell'Educazione Albanese

Diario di Cronache Albanesi
7 marzo 1887


Il 7 marzo 1887 segna un capitolo fondamentale nella storia educativa dell'Albania, grazie all'apertura della prima scuola nazionale albanese a Korçë, un evento che simboleggiava la resistenza e la rinascita culturale in un periodo caratterizzato dal dominio dell'Impero Ottomano. Questa iniziativa educativa non solo ha segnato l'inizio di un percorso verso l'autodeterminazione culturale, ma ha anche rappresentato un importante passo avanti nella lotta per la preservazione dell'identità albanese.
La fondazione di questa scuola fu un diretto riflesso delle aspirazioni del Movimento Nazionale Albanese, che mirava all'affermazione dei diritti nazionali all'interno dell'impero. La Mësonjëtorja divenne rapidamente un centro di illuminazione, offrendo un'educazione che combinava l'apprendimento della lingua albanese con i valori patriottici, in un momento in cui l'espressione culturale albanese era fortemente limitata.

Il giorno della sua apertura è oggi celebrato come il Giorno dell'Insegnante in Albania, evidenziando l'impatto duraturo di questo evento sull'istruzione e sulla società albanese.
La realizzazione di questa scuola fu possibile grazie al lavoro e alla dedizione di figure chiave del Rinascimento albanese, tra cui Naim Frashëri e suo fratello Sami, che riuscirono a ottenere il permesso per l'apertura di una scuola albanese a Korçë dal Sultano Abdylhamid II. Il sostegno finanziario proveniva non solo dalla diaspora albanese in Romania, ma anche dalla comunità albanese di Istanbul, che vide in Pandeli Sotiri la figura ideale per dirigere la nuova istituzione.
Situata in un edificio donato da Diamant Terpo, la scuola inaugurò le sue attività educative accogliendo studenti di tutte le classi sociali, offrendo corsi che andavano dalla lingua e letteratura albanese alla storia, geografia e scienze. Questo approccio inclusivo e democratico all'istruzione rifletteva la visione progressista dei suoi fondatori.
Nonostante le restrizioni imposte dal governo ottomano, che limitavano l'istruzione in lingua albanese, la scuola rimase aperta per diversi anni, diventando un simbolo di tenacia e resistenza culturale. Anche dopo la sua chiusura temporanea, la scuola riaprì le sue porte, continuando a educare le generazioni future e a diffondere la cultura e la lingua albanese.
Il contributo di questa istituzione all'educazione in Albania è stato immenso, preparando il terreno per la nascita di una coscienza nazionale e di un senso di identità culturale forte tra gli albanesi. La dedizione dei suoi insegnanti e sostenitori, che hanno lavorato instancabilmente per fornire risorse educative e promuovere l'istruzione in un contesto difficile, è stata fondamentale per il successo della Mësonjëtorja.
In ricordo del suo significativo contributo all'istruzione e alla cultura albanese, il 7 marzo rimane una giornata di celebrazione e riflessione, un tributo alla determinazione di un popolo di preservare e promuovere la propria eredità culturale contro ogni avversità.


La Scelta di un Re: Guglielmo di Wied e l'Albania

Diario di Cronache Albanesi
7 marzo 1914


Il 29 luglio 1913 segnò un momento cruciale nella storia dell'Albania, quando la Conferenza degli Ambasciatori di Londra stabilì che l'Albania sarebbe stata riconosciuta come un principato autonomo, sovrano ed ereditario. Questa decisione venne presa sotto la garanzia delle sei Potenze, le quali avrebbero avuto il compito di designare il Principe che avrebbe guidato il nuovo Stato. Fu anche delineato lo schema territoriale e politico che avrebbe caratterizzato l'Albania, segnando l'inizio di un percorso verso l'autodeterminazione e la sovranità nazionale. Questo evento non fu solo un punto di svolta per il popolo albanese ma rappresentò anche un significativo esempio di diplomazia internazionale dell'epoca, evidenziando il ruolo delle potenze europee nella ridefinizione dei confini e nell'influenzare le sorti dei piccoli stati balcanici.
In seguito alla decisione, fu stabilito che il Principe dell'Albania sarebbe stato nominato entro sei mesi. Nel frattempo, le autorità locali esistenti e la gendarmeria sarebbero rimaste operative sotto la supervisione di una commissione internazionale. Questa fase transitoria prevedeva anche che la sicurezza e l'ordine pubblico fossero garantiti da un'organizzazione internazionale della gendarmeria, guidata da ufficiali stranieri incaricati del comando alto e effettivo. La presenza di istruttori stranieri aveva lo scopo di assicurare l'uniformità del servizio senza pregiudicare l'utilizzo di personale locale, tra ufficiali, sottufficiali e gendarmi. Gli stipendi di questo corpo sarebbero stati finanziati dalle risorse interne del paese, con la garanzia finanziaria delle Potenze.
Il 28 novembre 1913 rappresentò un momento di significativa importanza nella giovane storia dell'Albania indipendente. Proprio in quel giorno, nel contesto celebrativo del primo anniversario della sua dichiarazione di indipendenza, le grandi potenze europee decisero di comunicare ufficialmente la loro scelta per la guida del principato albanese. La figura selezionata per ricoprire il ruolo di principe fu Guglielmo di Wied, membro di una distinta famiglia nobiliare della Prussia renana. Questo personaggio era notevolmente legato alle corti europee, essendo nipote della regina di Romania e consorte di una principessa appartenente alla casata dei Schönburg-Waldenburg.
La scelta di un principe di fede protestante per governare l'Albania non fu casuale ma rifletteva una strategia ben ponderata dalle potenze europee. Tale decisione fu un tentativo di introdurre un elemento di garanzia e di equilibrio in un territorio dove la popolazione era divisa tra diverse religioni e confessioni. L'idea era che la neutralità religiosa del principe potesse fungere da catalizzatore per l'unificazione del paese, oltre a rappresentare un ponte tra l'Albania e le potenze occidentali.
Il 28 febbraio 1914, nel castello di Neuwied, residenza familiare di Guglielmo di Wied, si svolse la cerimonia formale di offerta della corona albanese. Questo evento non fu solo una formalità ma simboleggiò il legame tra la nobiltà europea e il destino di una nazione che cercava di affermare la propria sovranità e identità nel contesto internazionale. Con questa cerimonia, l'Albania si avviava a intraprendere un nuovo capitolo della sua storia, sotto la guida di una figura che, sebbene estranea alle dinamiche locali, era vista come portatrice di stabilità e progresso.
Il 7 marzo del 1914, Guglielmo Federico Enrico di Wied, un uomo al culmine della sua maturità e scelto dalle grandi potenze per sedere sul trono d'Albania, calca per la prima volta il suolo albanese nel porto di Durazzo. La sua reggenza sarebbe stata breve, limitandosi a soli sei mesi, ma quell'arrivo segnò l'inizio di un capitolo distinto nella storia albanese, destinato a essere raccontato in un contesto differente.

I momenti storici che abbiamo esplorato, entrambi caduti sotto l'egida del 7 marzo, rappresentano più di semplici annotazioni su un calendario; sono simboli viventi delle aspirazioni e dei cambiamenti di un'intera nazione. L'inaugurazione della Mësonjëtorja di Korçë ha acceso una fiaccola di sapere in un'epoca di oscurantismo, gettando le basi per l'educazione moderna in Albania e celebrando la lingua e la cultura albanese come mai prima d'ora. Parimenti, l'arrivo di Guglielmo di Wied simboleggiava la ricerca di una nuova direzione politica, un episodio breve ma intenso che ha lasciato un'impronta indelebile sulla storia del paese. Insieme, questi eventi riflettono la resilienza e la determinazione degli albanesi nel costruire un futuro migliore, ricordandoci l'importanza di onorare il passato mentre ci avventuriamo verso nuovi orizzonti. Nel ricordare il 7 marzo, celebriamo non solo l'istruzione e il governo, ma lo spirito indomito di un popolo che ha sempre saputo trovare la luce anche nei momenti più bui. Invitiamo ora i nostri lettori a riflettere su questi capitoli della storia albanese e a condividere le loro percezioni sulla loro eredità e sul loro impatto sull'Albania di oggi.

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