Nell’antichità la lingua parlata in tutto il mondo conosciuto era la lingua pelasgica, la lingua universale di tutta la razza bianca. Quando si parla di tutto il mondo conosciuto si intende da Costantinopoli, Grecia fino alla costa francese, dall’Albania in Egitto, dal Danubio a Roma fino in Sicilia, dalle colonne d’Ercole (lo stretto di Gibilterra) fino al Caucaso. Tutto il mondo usava la lingua pelasgica per le pubbliche relazioni. La classe dominante, cioè l’elite, e tutti coloro che sapevano leggere e scrivere erano bilingue. Sapevano parlare il pelasgico e sapevano leggere e scrivere il greco. Sia le popolazioni con vera origine pelasgica, sia gli stranieri assimilati conoscevano solo il pelasgico. Questo molto tempo prima che si formasse la lingua greca. Gli antichi ci fanno sapere che prima dell'alfabeto di Cadmo esistevano da molto tempo Πελασγικα γραμματα (Pelasgika grammata) le lettere pelasgiche. Infine gli stranieri non assimilati dalla civiltà pelasgica e che erano arrivati da poco tempo in Asia minore, in Grecia e in Italia erano bilingue e secondo i casi parlavano tre lingue, cioè non solo pelasgico e greco ma secondo la loro nazionalità la lingua egizia, arabica, aramaica, armena ecc. Tutti questi stranieri per potere relazionarsi nella vita di ogni giorno con la popolazione autoctona erano costretti a conoscere, oltre alla loro lingua, anche il pelasgico. Inoltre quanti volevano istruirsi imparavano il greco come terza lingua.
Se non fosse stato che la famosa biblioteca di Alessandria d’Egitto andò distrutta, presumibilmente intorno all'anno 270 o forse verso l'anno 400, in circostanze misteriose, avremmo una quantità inimmaginabile di opere scritte nella lingua pelasgica. Un altro fatto incontestabile è che durante i secoli VI, VII, VIII, IX, X E XI dopo Cristo, si assistette ad una forte crisi del papiro, per questo vennero cancellati moltissimi documenti scritti in lingua pelasgica, etrusca e greca, per assicurare la carta di papiro ai nuovi autori. Se questi due episodi non si fossero verificati, oggi non solo non ci sarebbero mancati i documenti scritti nella lingua pelasgica o etrusca, ma non ci sarebbe posto per gli enigmi linguistici che abbiamo davanti a noi. Comunque siano andate le cose, oggi possiamo ritenerci fortunati perché possiamo studiare questa lingua antica e universale della razza bianca, nella sua forma viva che ci si è stata fedelmente trasmessa attraverso la lingua albanese.
Il mondo della cultura, gli intellettuali sono da sempre interessati alla lingua greca antica. Noi faremmo un grande errore se combattessimo questo sentimento spontaneo scatenato giustamente dalla qualità del greco antico. Spinti dalle circostanze si impone la citazione di un proverbio greco che dice: “Ω ουτος κυαμους εφαγες, κυαμους μαρτυρεις !” ovvero “Ma caro signore chi mangia broccoli, broccoli parla”. Tutti gli studiosi che adorano la lingua greca e che hanno studiato solo questa lingua, hanno un deficit da colmare. Se, infatti, avessero conosciuto e approfondito la lingua albanese in egual maniera, avrebbero potuto confrontare la copia, cioè il greco, con l’originale, la lingua pelasgica, erede diretta della lingua albanese.
In conclusione, possiamo dire che la lingua pelasgica esisteva prima ancora della lingua greca, la quale si è formata proprio a partire da questa lingua.
Brano tratto dal libro "Enigma" del autore Robert D'Angely
Traduzione dall'albanese di Elton Varfi
Link versione albanese:
Gjuha pellazge, një gjuhë universale e gjithë racës së bardhë

2 Commenti

  1. Trovo sia un peccato che questo legame tra la lingua greca e quella albanese non venga valorizzato abbastanza. Stando così le cose, concordo totalmente quando scrivi che chi studia solo il greco ha un deficit da colmare

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  2. Il problema è che i cosi detti studiosi non prendono in considerazione la lingua albanese, e le teorie di chi conosce sia l’albanese sia il greco li chiamano fantasiose. Ma non sono in grado di contraddirli con fatti convincenti.

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