-Prima parte-

Zemla

In uno specchio etrusco si trova una scena d’amore i cui protagonisti sono Apollo, intento a guardare il dio etrusco del divertimento, Fuflun, mentre bacia una giovane donna, il cui nome è scritto accanto: Zemla.

Domanda: è possibile che il nome Zemla sia arrivato fino ai giorni nostri tramite la lingua albanese e che sia oggi presente nella parola albanese zemra (cuore)?

Nota: se si potesse accertare l’attendibilità del collegamento tra la parola zemla e zemra, così come di molte altre parole etrusche, si potrebbe affermare con certezza la presenza non solo di un legame tra la lingua albanese parlata oggi e la lingua e la cultura etrusca, ma anche del fatto che effettivamente queste testimonianze siano arrivate fino ai nostri giorni attraverso questo canale.

Zemla

Zemla

Tin, Ita

Il dio più grande per gli etruschi era Tin oppure Tinia, che più tardi i romani chiamarono Giove.

In un vaso rinvenuto a Dodona, conservato nel museo di Louvre, troviamo inciso: THEOZOTO.

Theo in greco è Dio, Zot invece è Dio nella lingua albanese.

In Buzuku[1] troviamo: Tin Zot.

Gli etruschi: Tin, Tinia.

In etruscologia, il dio Tin tiene in mano tre fulmini, con il primo avverte – tuona (bubullin, in albanese), con il secondo appare – lampeggia (vetëtin, in albanese), con il terzo colpisce – fulmina (shkreptin, in albanese).

Nelle parole albanesi Vetë-tin, Shkrep-tin, Bubull-in forse si trova il nome del dio Tin, il cui simbolo era il fulmine?

Un altro dio degli etruschi era Ita. Gli albanesi chiamano il luogo nel quale questo dio è nato Tale oppure Itale.

Dalla necropoli di Durazzo è stata rinvenuta un’incisione col nome EITALE, datato IV – III secolo a.C.

Brano liberamente tratto dal libro Një shqiptar në botën e etruskëve dell’autore Ilir Mati


[1] Gjon Buzuku è stato un vescovo cattolico albanese, autore del più antico documento noto stampato in lingua albanese: una traduzione del Messale Romano, in albanese: "Meshari", stampata forse a Venezia attorno al 1555.

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