Viaggio in Albania


Quinta parte[1]




Fototesto del nostro inviato Lamberti Sorrentino
Tirana, dicembre.

Turismo Stampa e Radio


L’Albania è un paese che offre al turista tutti i paesaggi e tutte le varietà del clima temperato: dal freddo asciutto della montagna al caldo umido della pianura. Le montagne hanno la stessa conformazione geologica degli Appennini, ai quali somigliano anche nel loro aspetto esteriore. Vi è caccia in quantità ignota a qualsiasi altra regione dell’Europa occidentale; le pernici e le beccacce sono trascurate dai cacciatori albanesi, che limitano le loro battute al cinghiale, alla volpe, alla lepre, al lupo, al camoscio e all’orso. I cacciatori italiani che ora si recano in Sardegna per sparare qualche cartuccia, avranno la possibilità, in Albania, di dar fondo alle loro provviste di munizioni, di tornare con carnieri incredibili; la distanza è uguale: da Bari a Durazzo il vapore impiega otto ore.



 “Fashizmi” viene stampato ogni mattina, grazie al lavoro notturno di tipografi albanesi e italiani, esperti e coscienziosi.

Si pubblicano in Albania cinque giornali, di cui uno quotidiano, “Fashizmi”, che esce a Tirana. Gli altri giornali sono settimanali: “Gioventù Fascista” esce a Scutari, “Camicia Nera” a Valona, “Il Littorio” a Còriza, il “7 aprile” ad Agricocastro. Vi sono anche alcune pubblicazioni di carattere culturale, tra cui “Leka”, che pubblicava a Scutari Padre Valentini, gesuita, richiamando gli scrittori che coltivano gli studi albanesi. Presto sorgerà a Tirana una casa editrice che avrà il compito di procedere alla ristampa del patrimonio culturale e letterario dell’Albania, in gran parte disperso.
Si pubblica anche un giornale murale, “Notizie da Tirana”, fatto su un tipo noto in Italia, con informazioni essenziali, ed illustrazioni vivaci. La Radio Tirana dirama bollettini in albanese, in greco, in romeno, ed in altre lingue balcaniche. Si è iniziato anche un corso di lingua italiana per radio.
È allo studio il potenziamento della Radio Tirana che, fornita di impianti adatti, dovrà rappresentare l’antenna avanzata dell’Impero nei paesi balcanici.

Mare Nostrum

L'importanza strategica dell'Albania si rivela specialmente dal punto di vista marittimo. I quattro porti principali di Medua, Durazzo, Valona e Porto Edda[2], per non parlare dei numerosi ancoraggi minori, costituiscono dei magnifici punti di appoggio per navi di qualsiasi dimensione, felicemente distribuiti a regolare distanza l'uno dall'altro, e possono essere attrezzati come basi operative per forze navali anche ingenti.


Durazzo fu fondata come colonia greca nel 627 a. C.; dai corciresi e dai corinzi uniti; il suo nome fu Epidammo, che più tardi i romani cambiarono in Dirrachio. La colonia crebbe rapidamente grazie alla sua felice posizione dominante i traffici che dall'Adriatico si spingevano nell'interno dell'Illiria e attraverso di questa in Oriente: traffici che determinarono in età romana la costruzione della via Ignatia. Oggi Durazzo è sede del nostro Comando Marina in Albania.


La loro funzione è del massimo valore sotto due aspetti: nei riguardi del problema difensivo dell'Adriatico e in quelli più vasti del Mar Ionio.
Nell'Adriatico le basi albanesi, oltre ad assicurare l'incontrastabile possesso della costa, fiancheggiano per una lunghezza di circa 150 miglia il lato orientale del Canale di Otranto e della parte meridionale del mare stesso, completando in maniera perfetta la funzione difensiva dei porti di Brindisi e Bari sull'opposta sponda pugliese. Lo scacchiere operativo dell'importante passaggio risulta quindi completamente dominato dalle basi italiane ed albanesi; cosicché il mare Adriatico assume finalmente e definitivamente la fisionomia di lago italiano, assicurando la più completa libertà di traffico marittimo con la Jugoslavia assieme all'assoluta sicurezza della nostra estesa costiera. Con l'unione dell'Albania all'Italia, il problema adriatico è definitivamente chiuso; è realizzata l'aspirazione di oltre cinquant'anni di storia nazionale, ed è raggiunto uno dei principali scopi per cui l'Italia partecipò all'ultima guerra di rapina.


 Durazzo fu, nel 48, teatro di un'aspra battaglia fra Cesare e Pompeo. Il porto è in una posizione favorevole; il traffico vi si svolge ordinato e intenso. La città si estende rapidamente, lungo il litorale sorgono ville, colonie marine; d'estate vanno a Durazzo famiglie d'ogni parte dell'Albania a prendervi i bagni.

Nei riguardi dell’Ionio, sono di particolare importanza Porto Edda e l'ancoraggio di Butrinto, situato leggermente più a sud presso il confine greco. Il primo domina l'ingresso settentrionale della rada di Corfù, ed il secondo si trova all'interno di essa; cosicché questa base avanzata, sfruttata a lungo e sin nella passata guerra dalla flotta inglese per esercitare la sua influenza nell'Adriatico, perde qualsiasi valore militare e può considerarsi inutilizzabile da chiunque non sia in rapporti amichevoli con l'Italia. Proporzionalmente, diminuiscono anche l'importanza di Argostoli e degli altri ancoraggi nelle isole occidentali greche, per cui può dirsi senza tema di esagerare che, con l'unione dell'Albania, il predominio strategico italiano si estende ormai su tutto lo Jonio settentrionale, mentre il suo influsso anche sul Mediterraneo centrale viene proporzionalmente aumentato.

Valona ha anch'essa un porto che assorbe un notevole traffico, specie con Brindisi. A Valona fa capo l'oleodotto dei giacimenti di petrolio. In questa foto si vedono le saline i cui prodotti sono in gran parte assorbiti dal mercato interno.


Rame

Gli importanti giacimenti di pirite del nord Albania rappresentano la principale risorsa mineraria del Paese. Questi giacimenti, che si trovano ad una certa distanza dai centri abitati e a 2.500 metri di altezza, sono collegati con delle teleferiche agli impianti della Società Italiana Miniere di Bulqis, che ha sede a Durazzo. La società, che dispone di attrezzature modernissime e impianti razionali, produce più di 400 quintali di rame. L’azienda può produrre al massimo della sua capacità, con un ritmo annuo di 2 milioni di quintali, in quanto il mercato assorbe tutta la produzione. Il rame albanese è d’un’ottima qualità, per cui non è raro vederlo esportato perfino in Inghilterra. La lavorazione del minerale, ottenuta anche con il contributo di tecnici italiani, procede con ordine e regolarità e i giacimenti sono tuttora ben sfruttati. La Società è soddisfatta della collaborazione con l'Albania.

Nelle miniere di Kupricu, è stato scavato oltre un chilometro e mezzo di galleria per installarvi un perfetto impianto di minatori albanesi lavorano con l’aiuto di tecnici italiani che li seguono nel lavoro e sono muniti di maschere. Essi si specializzano sotto la guida di tecnici italiani che li seguono nel lavoro




Carbone

Con il concorso dell'A.C.A.I. che ha quasi ultimato il lavoro di assaggi, di studi e prospezioni nella vasta zona di Krabba (zona Tirana, Ubaràn, Lushjèt e Pescopia), le possibilità carbonifere dell'Albania stanno per essere valorizzate al massimo, e non mancano manifestazioni assai importanti anche in questo settore. In più luoghi si hanno poi giacimenti di lignite, che è per lo più una lignite xiloide, di color bruno, talvolta ricca di ceneri (fino al 30%).
Anche importanti sono le ligniti di Tepelen, contenute in formazioni mioceniche fortemente piegate; oligoceniche sono quelle del distretto di Coriza, verso il lago Malik. Di età più recente, mio-pliocenica, e più comode da sfruttarsi sono quelle della regione di Tirana, che si alternano a banchi di sabbie e argille. Nell'Albania meridionale, infine, sono note le ligniti di Dangëlli e Curvelesh. Alcune miniere sono sfruttate in maniera ancora primitiva. Nelle foto si vedono i mucchi del minerale che viene caricato sui camion, mentre operai che fanno colazione fuori della miniera.
Ricordiamo ancora le segnalazioni di oro, associato a piriti, vengono dal distretto di Coriza, e, ai dintorni di Albasan, pure d'oro, associato a magnetite; di stagno e di nichelio, sempre nei pressi di Coriza, dove si trova anche manganese. L'arsenico, già estratto anticamente e inviato sotto la Turchia, è presente a Komani, nel Drin, a Shak e altrove.

Il viaggiatore che in macchina fa la strada Tirana-Còriza rimane sorpreso ad un certo punto per la presenza di grandi mucchi di carbone; intorno ai mucchi stanno in fila gli autocarri sui quali si effettua il carico del minerale grezzo.

Ferro e Cromo

I giacimenti minerari più importanti individuati da prospezioni e saggi che l'Albania poté eseguire col concorso dell'Italia sono quelli di ferro e cromo. Notevoli giacimenti di ferro si trovano principalmente nella zona di Krabbà, presso Elbasan, ed a Pogradec, nella zona del Korabit. Il Korabit è formato quasi interamente di rocce eruttive. Il ferro è di tipo piritico, con podi alluminiferi. Altri giacimenti di ferro sono segnalati presso Tirana. La produzione del ferro albanese è ancora modesta (nel 1936 circa 5 mila tonnellate). Anche il cromo esiste in proporzioni notevoli. Si trova specialmente al Nord, presso Kukës, presso Pogradec, ed anche in vicinanza di altre zone di ferro. La cooperativa privata che è convenuta con l’Albania ne ha iniziata l’estrazione e la lavorazione. Gli impianti produttivi sono attualmente in corso di montaggio e l’Albania stessa potrà divenire tra breve autosufficiente per la produzione del ferro e dei suoi minerali.

La mappa qui rappresentata illustra i principali giacimenti di ferro e cromo albanesi, con le rispettive localizzazioni.


Fine



[1] Tempo – Roma 21 dicembre 1939

[2]Nota del curatore: Porto Edda era il nome assegnato durante l'occupazione italiana all'attuale porto di Saranda, città costiera nel sud dell'Albania di fronte all'isola di Corfù. Il nome fu scelto in onore di Edda Mussolini, figlia di Benito Mussolini, come parte del tentativo fascista di italianizzare i territori occupati e consolidare la propria influenza strategica nel Mar Ionio.

0 Commenti